LE SCRICOLE E SCROCOLE, IL SAGRESTANO – C’ERA UNA VOLTA…. LE FOLE DI NONNA VITTORINA
LE SCRICOLE E SCROCOLE, IL SAGRESTANO
Era Carnevale e due amici volevano festeggiarlo, uno disse: “Io andrei a rubare un bell’agnello e lo mangeremmo giovedi grasso (zobia mata) con i nostri amici.”
. L’altro invece: “Io porterò un bel sacco di noci, va molto bene siamo d’accordo.
Ci troveremo sabato sera alle 20 che sarà già notte, con i nostri malloppi, dietro alla chiesetta fuori dal paese.”
Loro abitavano in due paesini diversi poco distanti tra loro. Il Pero (Pietro) arrivò in tempo con il suo sacco di noci, si nascose dietro alla sagrestia e si sedette sul sacco delle noci. Nell’attesa cominciò a spaccare e mangiare qualche noce, era l’ora in cui il sagrestano veniva a chiudere la chiesetta e controllare che tutto fosse in ordine. Quest’ultimo rimase sorpreso perchè sentiva degli scricchiolii, ascoltò bene ma questi rumorini continuavano. Si spaventò pensando che fossero degli spiriti maligni, scappò di corsa a chiamare il prevosto che stava riposando. Era anziano, grasso e zoppo e gli faceva male una gamba, non voleva muoversi. Il sagrestano che era un uomo forte e robusto gli disse: “Non si preoccupi, la porterò io!”. Lo prese a cavalcioni e si incamminò verso la chiesetta. Pero intanto era in pensiero perchè Toni non arrivava perchè il povero Toni era stato a sorpreso nella stalla dal padrone intanto che slegava l’agnello dalla catena, il padrone lo riempì di botte e Toni rimase a terra svenuto.
Il sagrestano con il prevosto sulle spalle stava entrando dal cancello del sagrato con titubanza e paura.
Pero mangiando noci, spiò credendo che fosse Toni con l’agnello. Gli urlo: “El gras o magru?”.
Il sagrestano, sentendo l’urlo, dalla paura mollò il prevosto, che cadde per terra e scappò.
Il prevosto fece altrettanto, la gamba era improvvisamente guarita.
Era una grossa bugia!
Il giorno dopo era domenica i due amici si trovarono in chiesa per il vespro pomeridiano e cantando si informarono di quello che era successo la sera prima, Pero: “Domino, Domino meo l’et ciapato il bebeo?” e Toni: “No, no che non l’ho ciapato, ho ciapato le scricole e scrocole.” Voleva dire le botte.
Raccontata da Roberto Collini “Sghitin” nel laboratorio da sarta di mia madre.
Vittorina Maturi nata a Pinzolo il 26 Maggio 1932, giorno del Corpus Domini. Pioniera del commercio di Pinzolo, infatti, aprì il suo negozio “Mamme e bimbi”, in via Marconi il 14 Aprile del 1962 che oggi viene portato avanti dalla figlia Aldina. Mamma di 5 figli, nonna di 9 nipoti e bisnonna di 9 pronipoti, alla veneranda età di 88 anni ha voluto rivivere con noi racconti che altrimenti verrebbero perduti nel tempo.