Mavignola: grazie per l’affetto dimostrato a Dario Maffei
La malattia, la malattia che non perdona, ti mangia come se dentro al corpo ci fosse un roditore che lentamente ma inesorabilmente si ciba dei tuoi organi e quando a finito il suo meschino pasto ti lascia le ossa stanche sul giaciglio mortale.
Questo è ciò che è successo al corpo affaticato di mio papà, ma, Dio o chi per lui ha agito dando a me suo figlio, a sua moglie, alle tre figlie, la grazia di dimostrare, di accompagnare, di dire e fare ciò che in tempi estranei al dolore non è stato dimostrato, detto né fatto.
Chi resta sulla terra sarebbe un orfano senza pace se la morte fosse stata la strega che rapisce senza avviso, invece, nel tempo di una malattia che seppur carica di dolore incalcolabile per chi ne è colpito e di pena e spiacere immenso per chi sta vicino, aiuta a riempire gli spazi vuoti del passato.
Ora che un uomo buono si è aggiunto a chi sulla terra ha lasciato un segno di onestà e fatica, che un nuovo sole è apparso in cielo, ringrazio con il cuore in mano le tantissime persone che hanno dimostrato a mio papà a me e alla mia famiglia, l’affetto non scontato che aiuta a sollevare la testa e lo spirito.
Dario dal monte più alto, dal Clemp che è nei cieli ed io sulla terra diciamo GRAZIE A TUTTI VOI!