Cerimonia di consegna del Premio Internazionale Solidarieta’ alpina
L’intervento del sindaco William Bonomi al Premio Internazionale della Solidarietà Alpina
“Buongiorno a tutti. Un cordiale saluto a nome della comunità di Pinzolo e della Val Rendena a tutti voi, così numerosi in occasione della cerimonia odierna di consegna del Premio Internazionale della Solidarietà Alpina, 27.ma Targa d’Argento. Un benvenuto in particolare alle autorità, ai premiati nelle precedenti edizioni del Premio, al Vincitore 2008 Tim Cochrane, agli ospiti e soprattutto ai miei concittadini. Un ringraziamento di cuore al Comitato Organizzatore ed al suo presidente Angiolino Binelli. Durante l’anno nella nostra località ci sono molte cerimonie più o meno importanti: questa per la nostra Comunità è la più significativa. Il fatto che siamo qui nella sala consiliare, quindi nella casa di tutti, lo dimostra. Consegnare la Targa vuol dire sottolineare che il Premio è un riconoscimento che l’intera Comunità vuole conferire proprio per gli alti valori che rappresenta. L’importanza del Premio è evidente: 37^ edizione di un premio internazionale di solidarietà alpina. Arrivare a 37 edizioni significa amore in quello che si fa, fiducia, passione, impegno e determinazione. Tutti valori che Angiolino e tutti i membri del Comitato organizzatore fanno propri, ma che permeano anche l’intera nostra Comunità. E di ciò sono particolarmente fiero ed orgoglioso. Il Premio è partito a piccoli passi riconoscendo il grande valore delle persone locali per poi diventare davvero internazionale coinvolgendo i personaggi pi importanti del mondo quale il nostro Pontefice ed il Dalai Lama. Tutti i vincitori sono accomunati da valori che si possono sintetizzare nell’amore verso il creato e verso il prossimo. Non è cosa da poco tutto ciò. Un altro valore che accomuna tutti i vincitori e quindi che caratterizza lo spirito del premio è la semplicità. Parliamo di uomini semplici. E qui permettetemi una citazione da Giacomo Leopardi: “E’ curioso vedere che gli uomini di molto merito hanno sempre le maniere semplici, e che sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco merito”. Il Comitato invece non si è fatto trarre in inganno ed ha premiato le persone semplici, concrete e con il cuore grande. Il premio ci insegna anche la concretezza. Oggi la società è abituata a sparlare, a criticare, a generalizzare; a parlare tanto e ad agire poco. Qui nell’emergenza di un soccorso non c’è né tempo né soprattutto la cultura della critica, ma si agisce per soccorrere il prossimo. Poi, a cose fatte, si potrà discutere del perché delle situazioni, degli errori, ma sempre in spirito costruttivo. Spero che anche la nostra società adotti questo modo di essere e di agire tenendo ben presente la finalità ultima dell’agire: Aiutare il prossimo, aiutare chi è in difficoltà. Anche per questo il premio è un momento importante. I premiati ci insegnano a tenere sempre ben in mente l’obiettivo finale che è quello di essere utili agli altri, di sostenere chi è in difficoltà e ci insegnano a farlo con poche chiacchiere e tanti fatti. Poche chiacchiere; quindi sono obbligato a chiudere. Lo faccio complimentandomi moltissimo con Tim, ringraziandolo per quello che ha fatto e farà nella sua vita degli altri e per consolidare attraverso i suoi interventi la bella immagine di grande coraggio e generosità degli uomini di montagna. Lo faccio ringraziando tutti i vincitori presenti e ricordando con particolare affetto uno dei vincitori che da quest’anno ci osserverà dall’alto delle sue montagne. Bruno Detassis. Grazie a tutti e buona continuazione.”
Presentazione di Luciano Imperatori
Signore, signori, autorità, gentili ospiti, amici tutti del nostro Premio Internazionale della Solidarietà alpina che ha raggiunto quest’anno il significativo traguardo delle 37 edizioni (ci avviamo rapidamente al 40^ di fondazione). Sono 37 anni che, a seguito della felice intuizione di Angiolino Binelli, questa breve, ma significativa cerimonia si ripete. Eppure non c’è niente di stanco e di ripetitivo. Ogni anno c’è sempre grande partecipazione, emozione e soprattutto affetto; non sembra che ogni volta sia passato un anno intero tra una consegna e l’altra della Targa d’Argento. Sembra che invece sia come in una grande famiglia, il ritrovarsi di persone care: i premiati degli scorsi anni con il premiato di quest’anno, le autorità con la gente comune, Angiolino e il suo staff con i soccorritori e gli uomini della montagna. E’ un premio che, sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica, ha acquisito fama e notorietà sempre maggiori nel mondo, ma vuole conservare quella caratteristica di semplicità e di schiettezza che l’hanno contraddistinto in tutti questi anni. Vuole soprattutto testimoniare i valori della solidarietà, del volontariato e dell’amore per il prossimo che sono tipici del soccorso alpino in ogni parte del mondo. Per questo è stato molto bello ripetere l’incontro del premiato con i ragazzi delle scuole elementari e medie, insieme a Angiolino, Fabrizia e Ciaghi, ai quali dare un modello diverso di vita e di impegno sociale rispetto a quelli che, purtroppo imperversano oggi in tutte le televisioni, fatti di individualismo, di effimero e di vacuità.
Così come nella semplice e significativa cerimonia di gemellaggio, ieri sera, tra il capostazione Corrado Tisi e la giovane presidente Lesile Robertson, non c’è stato solo uno scambio di doni (una splendida opera dello scultore Nicola Cozzio e una targa piena di significato) ma c’è stato uno scambio di valori e di esperienze che si sono ripetute stamattina alle cascate di Nardis, e soprattutto amicizia e solidarietà di cui abbiamo tanto bisogno in questo mondo diventato villaggio globale. Il premiato di quest’anno, Tim Cochrane, capo delle operazioni di soccorso della stazione di Vail in Colorado, negli oltre mille interventi ai quali ha partecipato, ha portato la sua esperienza, la sua fede nell’uomo, ma soprattutto la sua speranza di poter migliorare il mondo aiutando il prossimo in difficoltà.
Le parole di Tim Cochrane:
E’ più di un premio, è un’esperienza che non dimenticherò mai. Sono venuto altre volte a Pinzolo, ma questo è il giorno più importante da quando sono entrato nel soccorso alpino. Se oggi posso ritirare questo premio devo ringraziare la mia famiglia, in particolare mia moglie che per 40 anni mi a permesso di andare a soccorrere persone, tutat la mia squadra di soccorso alpino, i premiati delle scorse edizioni e Dan Hourihan, che mi ha segnalato al Comitato organizzatore…. Spesso mi chiedono quanto guadagno. Nulla naturalmente, sono un volontario e faccio un altro mestiere. Ma quello che abbiamo di ritorno è fantastico!”