Miss Padania: botta e risposta tra Ciaghi e Diego Binelli
“Questo o quello, per me pari sono….!”
Da residente nella “Verde Valle” – così don Cristel definì la Rendena in un bel libro dedicato a questa valle – mi ha incuriosito una lettera dal titolo “Miss Padania: un successo per la Lega in Rendena”, firmata da Filippo Pataoner, apparsa martedì 23 settembre a pagina 10 del Trentino. Dopo averla letta ho pensato opportuna riproporla a quanti danno un’occhiata a Campane di Pinzolo per farsi un’idea e trarre le opportune riflessioni sulle conoscenze e la cultura sia di chi l’ha stesa sia del redattore che ne ha proposto il titolo per il quotidiano. Testualmente:
“ Miss Padania: un successo per la Lega in Rendena”
Alla discoteca Belzebù a Ponte Arche (*), si è svolta la seconda edizione di Miss Padania per il Trentino. Prima di scendere nei particolari è bene sottolineare il grande lavoro svolto da tutta la Lega, soprattutto dal gruppo giovani, il quale come non mai in questo periodo sta dando il massimo, dimostrando di saper valere. La festa in questione rappresentava una vera e propria sfida; la localizzazione geografica nella quale si è svolta faceva temere il peggio. Dobbiamo ammettere che la Val Rendena si presenta come una zona di difficile approdo, essendo isolata rispetto alle altre valli. Tutto ciò non ha impedito che la sala fosse stracolma di persone, incuriosite dalla selezione delle Miss, ma venute appositamente per sentir parlare di Lega, per toccare con mano quella vitalità che contraddistingue tutti i leghisti Trentini. Un altro successo, speriamo ora nel botto finale.
Filippo Pataoner ”
- Ponte Arche, per quanti ci leggono da lontano e magari non conoscono la geografia di questi luoghi, è al centro delle Giudicarie esteriori (formate da Banale, Bleggio e Lomaso) e si trova al di là dei “Sassi di Stenico”, limite storico che separava questa zona dalla Busa di Tione. Per arrivare in Rendena venendo da Ponte Arche occorre attraversare la Busa, deviare a Nord e immettervisi dal rio Finale. Che degli estranei ignorino la geografia elementare del Trentino, passi. Ma che proprio dei leghisti, quelli che si propongono come radicati sul territorio, e per di più giovani e vitali, dimostrino di non sapere dove si trovavano fa specie. Forse erano talmente presi dalla selezione delle miss che avevano perduto il senso dell’orientamento. Altro discorso, e più serio, di deontologia professionale, andrebbe fatto per chi ha fornito il titolo alla lettera.
Giuseppe Ciaghi
Ancora su “Ponte Arche in Rendena….”
A completare l’informazione che abbiamo dato sull’argomento, dobbiamo aggiungere che sul TRENTINO di mercoledì 24, a pagina 12, sempre nella rubrica “Lettere e Commenti” è apparsa la seguente nota, che trascriviamo:
“ Ma Ponte Arche non è in Rendena
Sul Trentino di lunedì 12 settembre compare un articolo sulla elezione di miss Padania del Trentino alla discoteca Belzebù di Ponte Arche. Sul Trentino di martedì 23 settembre nella rubrica delle lettere il sig. Filippo Pataoner ricorda l’elezione avvenuta a Ponte Arche elogiando il successo dell’iniziativa in quanto “la val Rendena si presenta come una zona di difficile approdo essendo essa isolata…”. Peccato che dimentichi una cosa molto importante che non dovrebbe sfuggire ad un partito che vuole essere radicato sul territorio, e cioè che Ponte Arche non è in Val Rendena. Finché non lo scopre gli sarà difficile rimuovere la valle dall’isolamento.
Carlo Carè
BREGUZZO
“Riflessione di Diego Binelli” – 26.09.08
Leggo l’attenta riflessione di G. Ciaghi su questo sito in merito all’articolo pubblicato sui quotidiani locali in relazione alla selezione di Miss Padania avvenuta a Ponte Arche lo scorso 20 settembre.
Vorrei precisare che chi ha scritto quell’articolo è un ragazzo di poco più di 20 anni, che non conosce, aimè, perfettamente la geografia del Trentino, questo va detto e riconosciuto all’attento Giuseppe Ciaghi.
Tuttavia non posso non rilevare la sua accuratezza nel leggere piccoli aritcoli e subito di commentarli con il sarcasmo che ormai abbiamo conosciuto in questi ultimi anni di campagne elettorali.
Purtroppo però egli, alla faccia dell’imparzialità giornalistica, si cimenta sempre nel commentare ed attaccare una certa parte di esponenti politici che fanno riferimento al centrodestra.
Farebbe piacere che egli si dedicasse a commentare anche avvenimenti spiacevoli che riguardano il centrosinistra e, che a mio modestissimmo avviso, assumono una rilevanza ben maggiore rispetto a quello da lui qui commentato.
Mi riferisco al caso “trentinopoli” che in questi giorni leggiamo sui giornali e che Ciaghi ben si guarda dal condannare, trattandosi di una parte politica che egli in questi ultimi anni ha sempre appoggiato e pubblicizzato con i suoi interventi, anche e soprattutto a livello locale.
Sarebbe forse il caso di sentire una sua voce di condanna in tal senso di questa parte politica ed amministrativa, sia trentina che locale, ammettendo di aver appoggiato non certo degli “stinchi di santo”.
Così come è opportuno ricordare che nel passato Giuseppe Ciaghi ha candidato alle elezioni provinciali con la Lega Nord, proprio quel movimento popolare che oggi egli attacca, forse perchè non gli ha portato grande fortuna non essendo poi stato votato ed eletto.
Spiace dover rilevare queste contraddizioni ma credo sia il caso forse che qualcuno si faccia un piccolo esame di coscenza e prenda come esempio il famoso proverbio “medico cura te steso”.
Cordiali saluti,
Diego Binelli
Segretario Sezione Giudicarie e Rendana
della Lega Nord Trentino
Due parole a Diego Binelli, insieme ad un augurio da Giuseppe Ciaghi” – 26.09.08
Diego Binelli si sente attaccato, e reagisce com’è nel suo carattere. Ed è giusto. Purché sia stato attaccato. Del resto è in campagna elettorale ed ha bisogno di visibilità.
Io penso che quando veniamo invitati a riflettere su situazioni erronee, questo possa aiutarci a correggerci: Dovremo sempre essere grati a chi ci dà una mano, non sentirci attaccati. Nel precisare quanto scritto da Pataoner, giovane di 20 che non conosce la geografia – può darsi che abbia qualche credito scolastico, e in questo caso non va colpevolizzato lui, bensì il sistema scolastico – non credo di aver “attaccato” nessuno, tranne forse la redazione del TRENTINO che nell’intitolare la lettera di Pataoner dimostra di aver dei redattori che non conoscono il territorio provinciale.
Circa le altre affermazioni di Binelli nei miei confronti lo sfido a trovare nei miei scritti da cronista una riga dove io abbia “attaccato” il centrodestra; dopo aver letto con attenzione si accorgerà che io in cronaca mi sono sempre limitato a riferire di progetti, portati avanti sia da uomini di destra sia di centro sia di sinistra, e ad esprimere, solo se richiesto, ma con interventi a parte, da libero cittadino, con una lettera al giornale o qualcosa di simile, la mia opinione personale. Cosa che mi pare possa fare ogni persona. Se poi i miei pareri non collimano con le idee di Binelli o non trovano la sua condivisione ritengo di poterli esprimere comunque, senza doverglieli prima sottoporre per averne l’approvazione.
Quanto a “trentinopoli” , visto che essa non è ancora finita, è in fase istruttoria e che di essa si sono occupati e si occupano nel capoluogo e un po’ dappertutto persone molto più qualificate del sottoscritto, persone che conoscono molto meglio di me i problemi, credo giusto per il momento cercare di informarmi sulla realtà dei fatti. Binelli mi pare che attribuisca le responsabilità di Trentinopoli al centrosinistra. Può essere vero se Malossini & C., che sembrano coinvolti pesantemente in questo scandalo, appartenessero al centrosinistra, o non avessero alti incarichi o occupassero posizioni di vertice in altro campo.
Ed ora veniamo alla mia candidatura con la Lega Nord. Binelli era troppo giovane per conoscere come accadde. E mi fa piacere che egli mi abbia fornito l’occasione per chiarirlo. Si era alla vigilia delle elezioni provinciali e a Pinzolo e nell’alta valle in piena tangentopoli nazionale si cercava di unire le forze, da ogni parte, per cercare una persona da mandare a rappresentarci a Trento. Si indissero delle riunioni pubbliche, aperte a tutti nella sala conferenze della biblioteca a Pinzolo, a Caderzone e altrove. Da esse emerse l’opportunità che riproponesse la sua candidatura Eugenio Binelli per gli autonomisti e il sottoscritto. Furono le assemblee a scegliere il simbolo sotto cui mi sarei dovuto candidare. La Lega, che allora era ancora un movimento, non era schierata da nessuna parte ed aveva aiutato a stanare i responsabili di tangentopoli, parve agli intervenuti la formazione più adatta per la mia riuscita, quella dove mi sarei dovuto candidare. Così accettai di candidarmi per la Lega, anche se io avrei preferito la Rete, dove mi aveva contattato Passerini. Non riuscii eletto per 111 voti. Ma ne ricevetti molti. Va anche detto che in quella consultazione si candidò pure Olivieri, all’ultimo momento, che sicuramente mi portò via qualche consenso. Auguro a Diego Binelli di riceverne più di me e di riuscire a rappresentarci a Trento.
Giuseppe Ciaghi