La vicenda della centralina sul Sarca di Nambrone a Carisolo
Per valutare eventuali responsabilità in merito alla Centralina sul Sarca di Nambrone in località Cinglo occorre, innanzitutto, ripercorrere la storia della vicenda.
1986 – 1989: i Comuni di Pinzolo e Carisolo insieme alla società Funivie Pinzolo presentano una “domanda di derivazione d’acqua dal torrente del Sarca di Nambrone ad uso idroelettrico”. Dopo alcuni anni di incartamenti il tutto si conclude il 26 maggio 1994 con determina del dirigente provinciale del Servizio acque pubbliche e opere idrauliche che dispone “l’archiviazione definitiva del procedimento”. Sicuramente un’occasione persa.
2007: una società del gruppo Enel mette all’asta l’edificio ex centralina. Né il comune di Carisolo, guidato da Diego Tisi, né il Comune di Pinzolo retto dal Commissario Giorgio Paolino partecipano all’asta. William Bonomi non è Sindaco di Pinzolo e segue in qualità di commercialista gli imprenditori della Nambrone Srl, che si aggiudicano l’edificio ubicato sul Comune di Carisolo.
23 gennaio 2008: il Comune di Carisolo presenta una domanda di derivazione di acqua per uso idroelettrico sul torrente Nambrone.
21 marzo 2008: viene pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione la domanda del Comune di Carisolo. Entro i termini utili di presentazione (30 giorni) vengono protocollate anche quelle di alcuni privati, i quali hanno avuto buon gioco quando il 9 aprile 2008 il Comune di Carisolo ha ritirato la propria domanda.
21 aprile 2008: scadono i termini fissati dalla normativa vigente per presentare ulteriori domande di derivazione sul Sarca di Nambrone. Da questa data in avanti nessuno, compreso il Comune di Pinzolo, poteva presentare nuove domande di derivazione sul Sarca di Nambrone. Rimangono valide solo quelle presentate entro tale data.
Mi si potrebbe chiedere come mai il Comune di Pinzolo non fece domanda entro il 21 aprile 2008.
Il Comune di Pinzolo avrebbe potuto, teoricamente, nei trenta giorni a disposizione, fare domanda in concorrenza con il Comune di Carisolo ma non lo ha fatto essenzialmente per due ragioni: per un principio di correttezza verso il comune confinante di Carisolo che aveva l’ex centralina ubicata sul proprio territorio e per un motivo pratico: sul territorio di Pinzolo sarebbe risultato praticamente impossibile realizzare una centrale idroelettrica.
Il Comune di Pinzolo, sotto la guida del sottoscritto, ha saputo, per la prima volta, promuovere alcune iniziative nel campo energetico: la realizzazione della centralina sull’acquedotto del Circinà (siamo alla fine dell’iter burocratico), lo sfruttamento dell’acquedotto Serodoli (a breve la progettazione) e soprattutto l’impegno sul Sarca di Campiglio. In quest’ultimo caso nel 2006 una società privata aveva chiesto la concessione per derivare acqua a scopo idroelettrico in località Ruini di Bergam. Poichè l’iniziativa era completamente sul territorio di Pinzolo l’Amministrazione comunale è riuscita nei 30 giorni previsti dalla legge a depositare un progetto alternativo in concorrenza con il privato. Oggi la pratica è nella fase di valutazione di impatto ambientale. Per altro sulla vicenda pende un giudizio del Tribunale delle acque di Roma promosso dai privati contro la Provincia.
Oggi mi si accusa di aver “mancato” una Conferenza dei Servizi (16 luglio 2009) dove il mio parere avrebbe potuto bloccare l’azione dei privati a favore del pubblico.
In realtà la competenza di concedere o meno la concessione è un’esclusiva della Provincia. Il parere del Comune, per altro non vincolante, riguardava solamente “se sussistevano prevalenti interessi pubblici ad un diverso uso delle acque chieste in concessione rispetto a quello idroelettrico, nonché se sussisteva un prevalente interesse ambientale incompatibile con la derivazione proposta”.
L’errore compiuto dal sottoscritto è semmai procedurale, in quanto il Sindaco avrebbe dovuto esprimersi in Conferenza dei Servizi previa delibera del Consiglio Comunale. D’altra parte la lettera della Provincia che convocava la Conferenza dei Servizi è stata protocollata in Comune l’11 giugno quando era già stato convocato per il 17 giugno un Consiglio Comunale; il successivo fu fatto solo il 3 agosto. Quindi entro il 16 luglio non fu possibile esprimere il parere da parte del Consiglio Comunale.
Delegai a partecipare in Conferenza dei Servizi anche per conto di Pinzolo il Sindaco di Carisolo (territorio su cui è ubicata l’ex centralina), che non fece altro che constatare la situazione reale dichiarando: “il Comune non avanza alcuna remora alla realizzazione dell’impianto non esistendo usi diversi delle acque rispetto a quello idroelettrico ne particolari interessi ambientali”.
Alla luce di questi fatti mi pare di poter affermare come l’amministrazione Bonomi non abbia responsabilità in questa vicenda e come le polemiche siano indirizzate a un evento del 2009 senza rilevanza concreta sulla possibilità del Comune di Pinzolo di ottenere qualcosa invece che sulla questione di fondo che rimane l’occasione persa a fine anni ottanta.
William Bonomi