Dellai: no alla riduzione dei consiglieri provinciali
«La questione del numero dei consiglieri – ha spiegato Dellai – è definita per noi dallo Statuto di autonomia e dunque richiede una modifica costituzionale e qualora le forze politiche e i partiti decidessero di discutere della riduzione del numero dei consiglieri a mio parere dovrebbero farlo all’interno di una proposta di modifica dello Statuto, considerando il ruolo della Regione, che non può limitarsi al numero dei consiglieri. Rifiuto l’idea che si debba parlare di questo in una logica di spending review».
Sul fatto che in realtà in Trentino oltre ai 35 consiglieri ci sono anche 7 assessori che non fanno parte del Consiglio, quindi le indennità sono 42 mentre a Bolzano sono 35 in tutto, il governatore dice: «Questo è un discorso diverso, ma a Bolzano non c’è l’elezione diretta del presidente e si è scelto un altro sistema. Sulla discussione relativa agli assessori esterni o interni, che è stata congelata, io non mi esprimo perché non è materia di mia competenza. Ma comunque se viene fissato un limite di spesa per i costi della politica nel suo complesso è indifferente come si articolano le voci interne, l’importante è il risparmio totale e noi pensiamo che il Trentino oggi complessivamente spenda molto meno di tante altre Regioni».
Il problema è però che ieri la Conferenza delle Regioni ha passato la palla al Governo nella definizione dei parametri e dei criteri per definire questa spesa per le singole Regioni. E se prevalesse il criterio della spesa in base al numero di abitanti o del bilancio è chiaro che le cifre attuali dei politici della Provincia di Trento, su soli 500 mila abitanti, dovrebbero subire un ridimensionamento notevole. «Non sappiamo quale sarà il criterio – conclude Dellai – ma non potrà essere solo la popolazione». È una speranza.