La Ski Alp Race Dolomiti di Brenta è un successo
Nonostante le nevicate fino alla vigilia, gara spettacolare e con un cielo azzurro
Superlative Pellissier-Nicolini tra le donne, argento a Martinelli-Rocca. Cadetti a Magnini
La famiglia Nicolini festeggia anche il successo di Franco (master) e di “Chicco” (junior)
Macchina organizzativa imponente, gara in totale sicurezza con tanti metri di neve
… la quiete dopo la tempesta. Stamattina all’alba il cielo sopra Madonna di Campiglio (TN) presentava un grande squarcio nelle nubi, poi di colpo si è tinto d’azzurro ed è comparso il sole. Un “pesce d’aprile”? Tutt’altro, dopo una settimana di nevicate, l’ultima ieri sera, oggi la Ski Alp Race Dolomiti di Brenta ha regalato un’altra giornata indimenticabile agli scialpinisti ed agli appassionati che non si sono intimoriti per le condizioni dei giorni scorsi.
E così ecco per le coppie Lorenzo Holzknecht – Michele Boscacci e Gloriana Pellissier – Elena Nicolini uno splendido regalo di Pasqua, o Pasquetta per essere precisi, il titolo tricolore a coppie.
La vigilia ha messo sotto pressione gli organizzatori, costringendoli a tracciare più volte il percorso, continuamente “cancellato” dalla neve tanto che Rino Pedergnana, direttore di gara, decideva di utilizzare metà percorso e proporlo due volte per i senior e master, mentre i giovani dovevano affrontare un solo giro. Partenza dal rifugio Boch, salita fino ai piedi del Grostè, per poi inoltrarsi nel vallone che porta a Cima Grostè sotto un bel sole tiepido, quindi tuffo in discesa dal Campaniletto dei Camosci, seconda salita fino a Passo Grostè e al giro di boa i giovani si sono diretti al rifugio Boch verso l’arrivo, senior e master invece hanno ripetuto il tracciato. Neve abbondante, ma tracce perfette con scenari splendidi.
È mancata la coppia regina, Bon Mardion – Jacquemoud, ma gli azzurri non hanno fatto certo mancare lo spettacolo. Il campione francese aveva dato forfait sabato per uno stato febbrile, Jacquemoud era già deciso a prendere il via con Reichegger, ma l’altoatesino dopo un primo sì, troppo stanco per affrontare la fatica della Ski Alp Race Dolomiti di Brenta ha gettato la spugna. Così stamattina un gruppetto di azzurri erano ben determinati a… tornarsene a casa con le due bici da corsa professionali messe in palio per la coppia vincitrice assoluta.
Pronti via, e subito i migliori hanno allungato il passo mentre una coltre di nebbia improvvisa si calava intorno al rifugio Graffer, pochi minuti, poi il cielo è ritornato azzurro e limpido.
Sulla salita che traghettava il gruppone a Cima Grostè (2850 metri) Michele Boscacci era il più determinato, un passo che solo il tedesco Palzer (che aveva staccato il suo compagno Galizzi), i due alpini Lenzi ed Eydallin del CS Esercito del colonnello Mosso e Holzknecht riuscivano a “copiare”. Al cambio pelli Palzer doveva attendere giocoforza Galizzi, e così i primi a lanciarsi nella neve vergine del Campaniletto dei Camosci erano Boscacci e Holzknecht. Due schegge a velocità folle. Vederli in azione è stato uno spettacolo nello spettacolo. Dietro Lenzi ed Eydallin non erano da meno. Dopo il cambio pelli sul sentiero di Vallesinella la gara ricominciava a guardare all’insù. 400 metri intensi con una serie infinita di inversioni e le tracce profonde nella neve fresca. Proprio prima di arrivare al Passo Grostè, il colpo di scena che ha condizionato la gara. A Lenzi si è sfilata una pelle di foca, fatto che non è sfuggito ai due di testa che hanno così fatto forcing guadagnando una manciata di metri appunto su Eydallin e Lenzi. A quel punto la gara era già decisa, nonostante l’impegno dei due alpini sulla salita di cima Grostè il distacco al cambio pelli era già sensibile e i due valtellinesi hanno saputo gestire bene la situazione sia nella vorticosa discesa che nella salita di Passo Grostè.
L’arrivo è stata una passerella per i due lombardi, che hanno atteso 2’36 prima di vedere Lenzi ed Eydallin sotto l’arco d’arrivo. Il terzo posto, di gara ma non del podio tricolore, è stato per la coppia italo slovena Pivk-Kuhar a loro volta davanti alla coppia italo tedesca Galizzi-Palzer. Il bronzo tricolore se lo sono messi al collo così i due bellunesi Follador-Beccari.
La gara femminile, ed i pronostici parlavano chiaro, era tutta all’insegna dell’esperta Gloriana Pellissier in gara con Elena Nicolini. Non c’è stata storia, le due neo campionesse sono sempre state al comando. La coppia bormina Martinelli-Rocca infatti era nettamente staccata, con la prima che ha “trainato” col cordino in più punti la compagna. Alla fine, sul traguardo la Pellissier e la Nicolini hanno chiuso con 2h37’59”, con oltre 8’ sulle bormine. Compagnoni e Valmassoi hanno poi completato il podio.
La famiglia Nicolini ha avuto di che brindare. Oltre ad Elena, sul gradino più alto del podio sono saliti anche il papà Franco che in coppia con Omar Oprandi ha vinto il titolo master, ed il fratello più giovane Federico, primo tra gli junior, categoria che al femminile è stata firmata da Alba De Silvestro. Tra i cadetti invece giornata da protagonista per Davide Magnini del Brenta Team.
Adriano Alimonta, neo presidente del comitato organizzatore, non risparmia elogi ai suoi collaboratori: “Abbiamo lavorato tutti davvero tanto, prima della gara abbiamo bonificato i versanti che avrebbero potuto causare problemi di valanghe, un lavoro da veri esperti. Le nevicate continue hanno creato tante difficoltà, ma alla fine siamo riusciti a proporre la gara con i complimenti di tutti”.
Poi in premiazione la frase ricorrente era “Hai…vinto la bici, pedala!” e così Holzknecht e Boscacci ora potranno allenarsi a dovere anche d’estate. Eydallin l’ha presa con filosofia: “se c’era da vincere la macchina, come mi è successo quattro anni fa, o la moto come ha vinto due volte Bon Mardion, ci mettevamo più impegno…”. L’ha subito corretto Lenzi: “a me sarebbe andata bene anche la bici!”
In chiusura l’arrivederci alla 40.a edizione e nel frattempo Alimonta conferma di candidare Madonna di Campiglio per i Campionati Mondiali di Ski Alp.