Caderzone: assemblea allevatori bovini
Mauro Povinelli, all’indomani dell’assemblea dell’Unione allevatori bovini di cui è presidente, seduta tenutasi l’altra mattina a Caderzone, rimane sempre più convinto della necessità che il sistema zootecnico rendenese per avere un futuro debba imboccare una strada autonoma a livello di gestione del latte, di produzione dei formaggi e di commercializzazione degli stessi, pur rimanendo nell’ambito del Caseificio Pinzolo, Fiavé, Rovereto Scarl dati gli impegni assunti con il mondo della Cooperazione e con gli amministratori della Provincia. Nella riunione, davanti ad un Mellarini alquanto preoccupato, aveva fugato i timori, per altro fondati e auspicati da più di un allevatore, che l’Unione uscisse dal caseificio. Ma aveva anche richiamato e stigmatizzato “una situazione drammatica, dove i conti delle aziende non tornano più, e si corre il rischio che molti chiudano ed abbandonino l’attività”. Aveva quindi chiesto con fermezza che il Caseificio “pagasse il latte biologico e quello prodotto dalle vacche alimentate con fieno, necessario a produrre la Spressa e il Grana a Pinzolo, il giusto prezzo, garantendo un pur minimo guadagno rispetto ai costi”. Sulla sua linea anche Gianbattista Polla, presidente di ANARE, l’associazione degli allevatori di razza Rendena. Che era apparso scettico nei confronti di Fiavé: “Fiavé oggi come oggi non sembra essere interessato al latte biologico o prodotto da vacche alimentate a fieno, sul quale noi tutti quassù abbiamo investito molto. Se vogliamo mantenere ciò che c’era a Giustino, produrre la Spressa e il Grana, abbiamo bisogno di quel latte. Proprio per questo qualche tempo fa avevamo cominciato a ragionare su un disegno che prevedeva la separazione”. Fronda che si è allontanata dopo le assicurazione dell’assessore Pat: “Non è il momento di separarci, ma di unire le forze e guardare al futuro, valorizzando le specificità dei singoli territori e dei rispettivi prodotti”. [/A_CAPO]
Guarda oltre la congiuntura presente Mauro Povinelli: “Noi siamo impegnati a salvare la zootecnia della nostra valle. La situazione è drammatica, ma è possibile. E questo possiamo farlo solo difendendone la specificità, disegnandole un ruolo preciso nel contesto socio economico valligiano, in armonia con le altre attività, dando vita a un sistema zootecnico produttivo ben integrato con la restante imprenditoria e con l’ambiente, che renda il giusto e restituisca dignità a chi vi si impegna. Altrimenti sarà la fine”.[/A_CAPO]