Pinzolo – Cinquant’anni fa ci lasciava Adolfo Salvaterra
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Cinquant’anni fa ci lasciava Adolfo Salvaterra, un nostro compaesano che, con il suo operato, ha segnato profondamente la storia della nostra Comunità. Nato nel 1921 a Tione, la famiglia si trasferì a Pinzolo quando lui era ancora bambino. Suo padre, Giuseppe, era calzolaio e amante della musica (per molti decenni fu maestro della Banda Comunale di Pinzolo), mentre la madre, Maria, era bresciana di Nave.
Finita la scuola (all’epoca, in Trentino, l’obbligo scolastico era fino ai 14 anni), venne inviato a Trieste come garzone in una delle tante salumerie dei Rendeneri. Dopo aver dovuto interrompere l’attività per il servizio militare, nel 1940 partì per partecipare alla Seconda Guerra Mondiale sul fronte russo. Lì, nel gennaio del 1943, prese parte alla sanguinosa battaglia di Nikolaevka (raccontata da Mario Rigoni Stern ne Il sergente nella neve) ed è stato uno tra le poche migliaia di sopravvissuti del Corpo d’Armata Alpino, che contava più di 60.000 soldati.
Riportato in Italia, fu catturato dai tedeschi due giorni dopo l’armistizio (il 10 settembre 1943) e portato nel campo di lavoro di Dresda, dove rimase fino al 30 giugno 1945. Rientrato a Pinzolo, grazie all’aiuto dei parenti bresciani, rilevò lo spaccio di alimentari che si trovava a Baldino. Nell’estate del 1948 iniziò, insieme alla famiglia, la gestione del rifugio XII Apostoli, attività che portò avanti per fino alla morte (poi continuata dalla famiglia fino al 2007).
Nel 1950 sposò la coetanea Elda Maturi Paparot, dalla quale ebbe cinque figli e con la quale avviò, nel 1962, il primo B&B di Pinzolo. Oltre alla famiglia e al lavoro, Adolfo dedicò molto del suo tempo a numerose attività di volontariato, tra cui lo sci di fondo (grazie al suo impegno, molti giovani si avvicinarono a questa disciplina, tra cui alcuni che divennero campioncini, come Mario Maffei e Marisa Masè, vincitrice dei Giochi Nazionali della Gioventù, battendo la futura campionessa olimpica Manuela Di Centa). Non mancò il suo impegno nella neonata Associazione Genitori, nell’Associazione dei reduci della Russia e dei campi di lavoro, e nella SAT di Pinzolo.
Pioniere degli sport invernali a Pinzolo, costruì il primo skilift a Giustino negli anni Cinquanta con i fratelli Ferrari Ginaral (nei prati dietro il ristorante La Botte). Dopo la costruzione della nuova via di Gagia, un altro skilift venne realizzato negli anni Sessanta sopra l’abitato di Vadaione.
Nel giugno del 1968, insieme ad altri 18 piccoli imprenditori, albergatori, commercianti, artigiani e professionisti della Val Rendena, contribuì alla nascita della società “Funivie Pinzolo-Doss del Sabion”, con un progetto ben preciso: “contribuire al progresso economico della Val Rendena tramite l’incremento del turismo”. Il modello di sviluppo scelto differiva da quello adottato nelle vicine Folgarida e Marilleva, dove gli impianti da sci erano stati realizzati grazie agli investimenti di soggetti esterni e alla speculazione edilizia in quota. L’obiettivo di Adolfo e dei suoi soci era favorire uno sviluppo diffuso nei paesi del fondovalle.
Un male incurabile lo strappò alla vita a soli 54 anni, il 15 febbraio 1975, dopo averlo portato via in soli due mesi.
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Sarai sempre nei nostri cuori,
i tuoi figli
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