Povero capitello delle tre facce (capütél da Runc)!

di Claudio Cominotti

Povero capitello delle tre facce (capütél da Runc)!

Già di per sé malandato, da tempo bistrattato da uno specchio rotto da un lato e da segnaletiche stradali dall’altro, è ora diviso a metà dalla recinzione del cantiere per la circonvallazione, che poteva benissimo essere collocata allo spigolo esterno. Ma né Gesù crocifisso, né sant’Antonio di Padova, né S. Giovanni Nepomuceno si possono lamentare, e pare che qui in zona si sia adottato da parte di tutti il dannunziano “me ne frego“. Il capitello è stato costruito nei primi anni del 1900, restaurato una prima volta nel 1929 (Cassa Rurale Pinzolo) e una seconda volta nel 1998 (Comune di Pinzolo, Cassa Rurale e Famiglia Cooperativa di Pinzolo). Ora si rende necessario il terzo restauro: chi ci metterà il cuore e le risorse per realizzarlo?

 

Capitèl da Runch – di Giusepper Ciaghi

Prendo lo spunto dalla nota di Claudio Cominotti per richiamare quanto appare scritto nel capitolo “ARTE e
CULTURA” del libro “Note per una storia della Famiglia cooperativa di Pinzolo”.

Vi si può leggere: “Restauro capitèl da Runch. Nel 1929 la Famiglia cooperativa partecipa con una quota
al suo restauro. L’edicola si trova all’imbocco della vecchia strada che conduce a Sant’Antonio di Mavignola,
sulla sinistra per chi sale, poco lontano dalla Sarca, strada fatta costruire da Giambattista Righi, il pioniere
della Campiglio turistica, nell’ultima metà dell’Ottocento. E’ chiamata anche capitello delle tre facce perché
ha una base triangolare e tre timpani. Sul più importante compare una Crocifissione e su quelli laterali, da
una parte Sant’Antonio da Padova e dall’altra San Giovanni Nepomuceno, il santo che protegge dalle acque
impetuose di fiumi e torrenti, particolarmente venerato a Praga. Il suo culto probabilmente è stato
importato quassù dalle maestranze boeme impiegate alla vetreria Pernici di Carisolo. Sull’affresco
compaiono anche una tiara, o triregno, con le chiavi, simbolo del Papa, e uno stemma della Casa Sabauda.
Vi sarebbero stati aggiunti col restauro del 1929 all’indomani dei Patti Lateranensi (11 febbraio 1929),
probabile conseguenza (propagandistica) dell’avvenuto Concordato tra Stato del Vaticano e l’Italia dei
Savoia. In paese si usa definire una persona opportunista e di scarsa lealtà col detto sei come il capitèl da
runc, cioè hai più facce. La Cooperativa agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, stante le precarie
condizioni del monumento, vi opera un secondo restauro. Insieme al comune, che ne consolida la struttura,
vi recupera gli affreschi con l’intervento del professor Giulio Poggiali, approfittando della sua presenza a
Pinzolo, impegnato nella chiesa di San Vigilio a Sorano. Quasi un omaggio a Nepomuceno Bolognini che un
secolo prima scriveva: E’ nostro compito riuscire a conservare testimonianze di storia e d’arte e di fede,
aggiungiamo noi, che purtroppo per la solita deprecabile incuria sono in via di sparire del tutto con grave
danno alla memoria e alla nostra identità.