Nota del Presidente Parco Adamello Brenta alla lettera di Aldo Marzoli

di Antonio Caola

Nota del Presidente Parco Naturale Adamello Brenta alla lettera di Aldo Marzoli.

Ho avuto modo di leggere sul quotidiano l’Adige in questi giorni la lettera di Aldo Marzoli,
indirizzata al Sindaco di Pinzolo, e la relativa risposta di Michele Cereghini. Non posso che
compiacermi del fatto che, quantomeno, ci si interroghi sul futuro, non solo turistico, della
nostra terra rendenera, tuttavia, chiamato in causa, vorrei portare a conoscenza di Marzoli, e
di tutti gli interessati a questo dibattito ferragostano, alcune mie considerazioni per lo più
riguardanti il Parco Naturale Adamello Brenta.
Se, come ritengo fosse nelle intenzioni di Marzoli, l’interesse si deve focalizzare sul ruolo del
Parco nel settore turistico, indubbiamente trainante e prioritario nella nostra economia, credo
che vadano ben distinti ruoli e competenze tra i vari Enti ed istituzioni interessate, fermo
restando che la strategia debba essere elaborata in seno al CdA dell’Azienda per il Turismo –
stranamente nemmeno citata da Marzoli – organo di indirizzo per la nostra realtà turistica
composto da tutti i rappresentanti delle amministrazioni comunali, del Parco, degli albergatori,
dei commercianti, degli affittuari di seconde case, del Consorzio delle proloco, dei maestri di
sci, e delle Funivie.
Come Presidente del Parco non posso che vedere positivamente l’aver individuato da parte di
Marzoli il ruolo, più o meno espresso a seconda delle opinioni, del Parco nella promozione del
nostro territorio. In linea generale, però, la lettura di Marzoli mi sembra eccessivamente
approssimativa e tesa a non considerare, come viceversa sarebbe necessario, la complessità
del momento storico e soprattutto risulta poco incline a riconoscere la diversità di ruoli, di
competenze e di mission dei vari Enti interessati nella promozione e i non pochi sforzi già
portati avanti congiuntamente per innovare l’offerta, come, per fare un esempio su tutti, il
lancio delle Card elettroniche per le quali il Parco ha messo a disposizione il proprio know-how
decennale.
Certo è che il Parco conduce la propria vita politica ed amministrativa nel solco dei concetti e
dei valori dettati dalla propria legge istitutiva che parlano di “uso sociale dei beni ambientali”.
Per dirla brevemente, il Parco nulla interferisce con le scelte, rilevanti anche dal punto di vista
degli investimenti, di strategia della promozione turistica stretta. Il Parco, viceversa, si sforza,
con risultati in continua crescita, di garantire al turista, una rete sentieristica ben curata, un
territorio quanto più integro nei suoi aspetti tradizionali, paesaggistici e colturali ed alcune
offerte innovative legate alla frequentazione, quali la mobilità sostenibile o le visite
accompagnate da esperti. Dette attività rappresentano i primi, anche se non esclusivi, segni
distintivi di essere un Parco attivo e non un territorio sotto una campana di vetro.
Crediamo, in disaccordo con Marzoli, di essere molto più di un Parco che vive e si crogiola in
regole che possono apparire come inutili ed antipatiche. Il recente nuovo Piano del Parco per il
quale, non credo sia un delitto, abbiamo utilizzato le professionalità interne, sentendo e
coinvolgendo tutte le Amministrazioni ed associazioni interessate secondo le logiche di
partecipazione e concertazione, accennate anche da Marzoli, contiene sì un plafond di norme
ma costituiscono, a mio avviso, un nuovo patrimonio culturale e un’opportunità di sviluppo,
orientate in una determinata direzione.
Riferendomi al passaggio di Marzoli sulla necessità di individuare “consulenti seri”, posso senza
tema di smentita evidenziare che sotto la mia Presidenza gli incarichi di consulenza esterna
siano stati sostanzialmente aboliti, se si escludono le ricerche di tipo specialistico, privilegiando
sempre la professionalità del personale dipendente.

Di tutto abbiamo bisogno all’infuori di “consulenti portatori di verità”. Certo non viviamo isolati
e tanto meno ci nutriamo di autoreferenzialità, ma ritengo che i confronti continui con i
portatori di interessi, la valorizzazione del personale interno e lo scambio di esperienze con
altre realtà siano strumenti molto più utili che i pareri di “consulenti seri”.
I riconoscimenti internazionali ottenuti dal Parco quali, Geopark e Carta europea del turismo
sostenibile, che sono a tutti gli effetti riconoscimenti di Enti terzi, indipendenti ed autorevoli,
sulla bontà della nostra gestione, li abbiamo saputi valorizzare diventando noi stessi consulenti
verso altre realtà (Comuni, Parco Fluviale della Sarca, altre aree protette in tutto il mondo.
Margini di miglioramento ne abbiamo molti e vogliamo fortemente continuare a lavorare con
tutti ma rifuggiamo decisamente da alcuni luoghi comuni ed atteggiamenti gratuitamente
critici, anche sul Parco, rintracciabili in più passaggi della disanima di Marzoli.

Antonio Caola
Presidente
Parco Naturale Adamello Brenta