Pinzolo: Fabio Lorenzetti
Un venerdì mesto quello di ieri mattina a Pinzolo, nonostante la giornata di sole, tersa, cristallina per la neve scesa nella notte fino all’eremo di San Martino poco sopra l’abitato di Carisolo; un venerdì cominciato con i rintocchi lenti, tristi, malinconici della campana di San Lorenzo che annunciava alla comunità dei fedeli la scomparsa tragica di un loro parrocchiano. Avvenuta nel fiore della vita, ad appena 53 anni, lontano da casa e dai suoi famigliari; per le conseguenze di una banale scivolata in curva con la sua moto, un Enduro 650, sulle strade della repubblica dominicana. Il tutto ha dell’incredibile. Agostino, il più giovane dei cinque fratelli (Maura, Miriana, Fabio, Paolo e Agostino), ci confessa di non essersi ancora adattato all’idea che Fabio sia morto, si attende di vederselo tornare a casa da un momento all’altro, con quell’ aria svagata e sorniona che lo caratterizzava: “In questi giorni, preso da tutti questi avvenimenti e le necessità, non ho avuto nemmeno tempo di riflettere a quanto è accaduto – ci dice – ma oggi è tutto diverso. L’altro giorno, partito alle due di notte, ho accompagnato Elena ed Emanuele all’aeroporto di Monaco. Vi siamo arrivati alle sette e un quarto. L’aereo per Parigi, dove avrebbero effettuato il cambio per San Domingo, è partito poco dopo le dieci. Mia cognata col nipote sonno arrivati ai Caraibi verso le due di notte. Dal viso di Brunetto (Binelli), andato ad accoglierli distrutto con alcuni amici italiani, non hanno impiegato molto a capire quanto poteva essere capitato. Sono stati ospitati dai nostri connazionali nella capitale, dove si trovava anche la salma di Fabio in attesa di autopsia e dove rimarranno fino alla partenza”. Non hanno potuto vedere il loro congiunto fino alla conclusione dell’esame, poco dopo le cinque di stasera (venerdì). Sono preoccupati per il ritorno. Tutte le carte sono in regola; l’ambasciatore è stato di una premura e di una tempestività straordinarie nel predisporre tutto quanto. La bara si potrebbe portare qua subito. “Purtroppo – spiega Agostino – mi ha telefonato Emanuele che problemi sono sorti per il biglietto degli aerei. La data più vicina alla realtà per il rientro dovrebbe essere quella di giovedì prossimo”. Poi si lascia andare ai ricordi con un groppo alla gola: “Quando mi ha telefonato Fabio lunedì dall’ospedale, prima dell’operazione, non mi sembrava preoccupato. Mi aveva detto di essere uscito di strada in curva, ma di essersi arrangiato da solo a chiamare un taxi e a farsi portare all’ospedale di San Domingo per un controllo. Non sentiva mali particolari, qualche botta, un paio di costole rotte. Poi aveva avvertito un po’ di male di pancia. Al che i medici lo avevano consigliato di farsi operare”. “Neanche per sogno qui. Io vado in Italia! ”avrebbe ribattuto. “Lei non puo’ muoversi e se vuole salvarsi deve sottoporsi subito ad un intervento” Lo hanno intubato ed operato. L’operazione sembrava anche riuscita. Purtroppo il cuore non ha retto”. E la mamma? “Sta riprendendosi solo adesso”. Ha avuto una vita dura mamma Lorenzetti. Le era morto il marito a 42 anni di età mentre aspettava Agostino con quattro figli piccoli da allevare. Ora la disgrazia di Fabio, cui era molto legata.[/A_CAPO]