Il Governo riforma le BCC. Cosa faranno le Casse Rurali trentine?
Il Consiglio dei ministri si è riunito mercoledì 10 febbraio 2016, alle ore 21.30 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha deliberato la riforma del credito cooperativo.
La riforma del settore del credito cooperativo prevede:
– Obbligo per le BCC di aderire ad un gruppo bancario cooperativo che abbia come capogruppo una società per azioni con un patrimonio non inferiore a 1 miliardo di euro. L’adesione ad un gruppo bancario è la condizione per il rilascio, da parte della Banca d’Italia, dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria in forma di banca di credito cooperativo.
– La Bcc che non intende aderire ad un gruppo bancario, può farlo a condizione che abbia riserve di una entità consistente (almeno 200 milioni) e versi un’imposta straordinaria del 20 per cento sulle stesse riserve. Non può però continuare ad operare come banca di credito cooperativo e deve deliberare la sua trasformazione in spa. In alternativa è prevista la liquidazione.
Sarebbero 4-5 le banche e gruppi cooperativi a livello nazionale che non intenderebbero aderire al gruppo unico del settore disegnato dalla riforma approvata dal consiglio dei ministri. E in Trentino solo la Cassa Rurale nata dalla fusione tra le CR di
Aldeno e Cadine e la CR di Trento dovrebbe avere una dimensione superiore a quanto previsto nel decreto.
E allora cosa faranno le Casse Rurali trentine? Ad esempio, il patrimonio della Cassa Rurale di Pinzolo è di poco superiore ai 30 milioni, quello della Rurale di Tione di circa 42 milioni…