Solidarietà, ecco i 51 Comuni «donatori»
Pinzolo versa da solo 3,3 milioni sui 14 complessivi che i Comuni mettono nel fondo di solidarietà per sostenere finanziariamente i municipi più deboli. Un milione e 200 mila euro li mette il nuovo Comune Primiero San Martino di Castrozza, 847 mila euro Canazei, quasi mezzo milione a testa Folgaria e Moena. Sono 51 (vedi tabella) i Comuni che nel 2016 alimentano il fondo perequativo (60 milioni, di cui 46 a carico della Provincia) e sono – com’è evidente – i Comuni con maggiore capacità fiscale, dunque soprattutto i territori turistici. Si spiega così la dura reazione dei sindaci fassani, a cui mercoledì ha dato voce in Consiglio delle autonomie il sindaco di Campitello Ivo Bernard: «È un pessimo segnale andare a prendere i soldi ai Comuni turistici – ha detto – perché noi produciamo un quinto del Pil trentino e dobbiamo reggere la concorrenza dell’Alto Adige». Dove al fondo di solidarietà versa solo «mamma Provincia».
Il sistema trentino si regge su questo aiuto dei più ricchi ai più poveri: c’è chi incassa più tasse e profitti e quindi versa al fondo, e chi dal fondo attinge per garantirsi la propria spesa corrente. Dei 60, 4 milioni previsti per quest’anno, attualmente sono disponibili solo i 46 della Provincia: per incamerare anche i 14 milioni dei Comuni dovrà essere istituito un capitolo di bilancio da parte della Provincia, perché le nuove regole contabili da quest’anno impediscono le partite di giro. Paride Gianmoena, presidente del Consiglio delle autonomie, mediatore per natura, vede il bicchiere mezzo pieno: «Al momento del voto ci sono stati solo tre astenuti, lo considero un risultato importante, vuol dire che i sindaci hanno saputo ragionare come sistema trentino. Lo spirito di solidarietà è passato, se l’anno scorso i Comuni versavano il 100% del sovragettito, quest’anno abbiamo voluto dare un segnale e possono trattenere il 5%». Gianmoena non si nasconde però le critiche che sono piovute addosso alla mediazione: «Siamo in un contesto di calo delle risorse figlio della crisi e tutti devono fare la propria parte. I Comuni l’hanno fatta, sono stati 100 quelli coinvolti in processi di fusione negli ultimi due anni. Sono tre anni che continuiamo a tagliare e noi sindaci siamo in prima linea nell’erogazione dei servizi ai cittadini». Pienamente «legittima» dunque, anche secondo Gianmoena, la richiesta di maggiori risorse per il comparto autonomie avanzata dal sindaco di Trento Alessandro Andreatta: «A questo comparto – ha detto – in proporzione si è tolto di più che ad altri comparti provinciali».
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