Cassa rurale Pinzolo in assemblea: intervista al presidente R. Simoni
Domenica pomeriggio alle ore 14 nell’auditorium del Centro Congressi di Madonna di Campiglio – sede divenuta ormai tradizionale per tale incontro da quando il prestigioso complesso è stato ultimato – avrà luogo l’assemblea generale straordinaria e ordinaria della Cassa rurale di Pinzolo. Nella prima parte verrà deciso l’adeguamento dello Statuto alle nuove disposizioni di vigilanza con la delega al presidente di apportarvi eventuali osservazioni e integrazioni; nella seconda le modifiche al regolamento dei lavori assembleari, la presentazione del bilancio 2008, le relazioni, il dibattito e l’approvazione. Cui seguirà l’elezione delle cariche sociali. Sono in scadenza i consiglieri Albert Ballardini e Oscar Lavezzari e il Collegio dei probiviri formato dai sindaci di Pinzolo, Carisolo e Giustino (William Bonomi, Diego Tisi e Luigi Tisi) con Giorgio Ferrazza e Remo Maffei supplenti. A fine riunione i soci potranno gustare un ricco e appetitoso buffet e ritirare il consueto omaggio. Fra i presenti in sala prima delle votazioni verranno estratti anche dieci premi. L’ente, che opera nei comuni dell’alta Val Rendena, con oltre centoquindici anni alle spalle, è molto radicato sul territorio. E’ stato e rappresenta tutt’oggi un punto di riferimento importante per la vita sociale e per l’economia della zona, di cui ha fatto da volano fin dalla sua istituzione. Si può dire possa contare su un socio per famiglia. Cosa di cui va giustamente orgoglioso il presidente Roberto Simoni. “Anche nel 2008 – informa – nonostante questo tipo di saturazione, siamo cresciuti di oltre cento unità; siamo passati da 1.876 a 1.984 iscritti. La crescita, di oltre cento adesioni, probabilmente è dovuta alle nuove famiglie che si sono formate e a un gruppo di giovani. Ci dà fiducia. E’ la testimonianza che siamo apprezzati”. E’ un fatto che nei periodi di crisi e nei momenti del bisogno la società cooperativa, nelle sue diverse articolazioni del credito e del consumo, nei settori della produzione, del lavoro e del sociale, abbia acquistato ed assuma un’importanza sempre maggiore nel suo ruolo di sostegno alle persone, alle famiglie, alle imprese e alle associazioni in difficoltà, rispetto agli enti funzionali al capitalismo e al mercato senza regole. “Nella presente situazione di difficoltà – spiega Simoni – la storia si sta ripetendo. In questo contesto la Cassa rurale viene privilegiata, perché più vicina alla gente, di cui si può dire sia l’espressione e ne interpreti l’anima ispirata alla solidarietà e al mutuo soccorso e alle tematiche dello sviluppo dell’ambiente in cui opera. Tutti i giorni c’è gente nuova che si rivolge a noi. Noi infatti reinvestiamo la raccolta per intero sul territorio. Lo scorso anno dei 180.000 euro della raccolta diretta (che è stata del 12,6 % in più rispetto all’anno precedente nonostante la crisi) ne abbiamo impegnati in loco ben 172.427, pari al 98%, con un aumento rispetto al 2007 dell’ 8 per cento. Per di più – e lo affermo con una certa soddisfazione – siamo una tra le banche di credito cooperativo che registra le sofferenze minori: uno 0,20 % del totale rispetto all’1,4% che è la media delle Casse rurali. Va inoltre rimarcato come l’utile di esercizio, di circa 1.775.000 euro, sia minore rispetto al passato. Ma questa è una scelta. Infatti lo scopo principale di una banca di credito cooperativo non è quello di accumulare utili, ma quello di raccogliere il danaro per andare incontro alle necessità dell’utenza e del territorio, dove lo reinveste, di fornire servizi al minimo costo, di garantire una crescita armoniosa alla comunità attraverso una gestione oculata dell’attività istituzionale, mettendo a sua disposizione il massimo possibile delle risorse, fidandosi talora, e fin dove consentito dalla legge nel concedere prestiti, della fiducia e della stima nelle persone e nelle aziende piuttosto che di altre garanzie. Il fine della sua attività non è il profitto, ma il benessere del socio e la valorizzazione dell’ambiente in cui opera. I risultati contabili, le cifre che appaiono di anno in anno sui quadri ad esse dedicati, non rappresentano che una parte del bilancio vero, reale dell’ente: ne accertano la funzionalità, il patrimonio e l’affidabilità. Il vero bilancio della Cassa rurale è il bilancio sociale. Che spesso sfugge all’attenzione dei più, ma che è la cosa più importante. Esso documenta quanto l’Istituto sia radicato nel tessuto economico, sociale, culturale, sportivo e ricreativo della comunità, quanto la sua presenza sia capillare, costante, discreta e ben accetta. Spesso non appare, ma tutti sanno che c’è. Per l’anno prossimo abbiamo addirittura previsto di dimezzare ancora l’utile, sempre per favorire i soci”.[/A_CAPO]