Presentato a Pinzolo il diario di guerra del capitano Fahrner
Presentazione del diario di guerra del capitano Felix Fahrner
L’opera è il risultato di due anni di ricerche, traduzione e commento
di Rudy Cozzini e Armida Antolini
In un mondo in cui si stanno rialzando muri e frontiere, diventa sempre più urgente ascoltare la voce di chi ha vissuto la guerra e ci ha lasciato la propria memoria. Ricordare, studiare la storia, fermarsi a riflettere sul passato sono fattori essenziali per fondare un futuro di pace e scongiurare nuovi germi dell’odio umano.
Con queste suggestioni, tanto profonde quanto tristemente attuali, si è conclusa ieri la serata in Biblioteca a Pinzolo di presentazione del volume contenente documenti inediti del capitano dell’ex leva in massa salisburghese Felix Fahrner, edito dal Parco Naturale Adamello Brenta. L’incontro, moderato dalla bibliotecaria Carla Maturi, compiaciuta per la grande presenza di pubblico (un centinaio di persone), è stata aperta dal presidente, Joseph Masè, che ha espresso il dovere morale dell’Ente di tramandare il patrimonio di civiltà formato dalle storie umane che emergono forti dai luoghi oggi area protetta dove, non si deve dimenticare, si è consumata una delle tragedie più drammatiche per la storia dell’umanità. Un impegno a cui ha rivolto molta importanza anche l’amministrazione precedente, come ha ricordato Antonio Caola, presidente fino allo scorso dicembre, che ha raccolto l’invito ad essere presente proprio per chiudere simbolicamente il suo operato in tal senso senza nascondere il desiderio che il Progetto della Memoria venga portato avanti.
“Il nome di Fahrner – ha convenuto Rudy Cozzini, curatore del volume insieme ad Armida Antolini – non è certo nuovo a chi conosce i fatti di guerra in Adamello, ma questa pubblicazione include contenuti nuovi e inediti che, insieme alle già note testimonianze, cercano di dare una visione di insieme di quanto accadde sul fronte adamellino. Mi sono imbattuto nel primo testo La leva in massa salisburghese nella guerra di alta montagna, scritto da Fahrner nel 1922 come omaggio ad amici americani, in maniera casuale curiosando tra gli oggetti di un antiquario austriaco ma subito ho compreso l’unicità del libro che riportava, con maggiore dovizia di particolari rispetto ai testi già noti, gli accadimenti del maggio 1916 in Adamello.”. In effetti, Fahrner qui racconta tutta la sua peregrinazione che da Salisburgo lo ha portato come capitano del 161° Landsturm Infanterie Bataillon lungo il fronte orientale fino al confine russo-polacco. Non contenti i due curatori, grazie al contributo del ricercatore del Museo Storico di Rovereto Nicola Fontana, hanno scovato un ulteriore inedito di Fahrner, I combattimenti sull’Adamello del maggio 1916 secondo le fonti italiane, scritto nel 1928, che pure arricchisce il contenuto dell’opera e lo rende un tassello ulteriormente chiarificatorio della tragica primavera 1916 in Adamello.
Con il rispetto di chi è entrato in simbiosi con il protagonista di una storia tanto drammatica quanto appassionante, la professoressa Armida Antolini ha raccontato la biografia e la personalità di Fahrner, il suo stile narrativo asciutto, poco incline alla commozione e ha commentato con delicatezza umana passaggi del diario all’apparenza insignificanti ma pieni di umanità in cui anche il più anonimo dei soldati ha potuto recuperare dignità e onore.
Un prolungato e sentito applauso ha ripagato due anni di indagini, traduzioni e analisi che durante la serata sono emersi chiari al pubblico.
Ad accompagnare la presentazione del libro, è stata allestita la mostra ideata da Vincenzo Zubani “L’epica della guerra 1914-18 in alta montagna nelle illustrazioni e nelle cartoline austro-ungariche” che rimarrà visitabile anche nei prossimi giorni in biblioteca.