Campiglio: Un ricordo di Luciano Colombo
Era stato comandante della stazione dei carabinieri di Pinzolo per parecchi anni, apprezzato per il suo senso del dovere, la sua correttezza, la precisione e l’equanimità; poi, data la sua esperienza e le sue capacità organizzative – aveva coordinato la sorveglianza delle vacanze di Papa Woytila in Adamello e la visita del presidente Pertini – era passato a dirigere quella di Madonna di Campiglio, più “delicata”, frequentata com’era da personalità politiche, dell’alta finanza e del mondo industriale (Guido Carli, Beniamino Andreatta…) oltre che da personaggi dell’Est da “tener d’occhio”. Concluso il servizio attivo, innamorato di questi luoghi, dove si era fatto stimare e benvolere, amante delle nostre montagne, dell’ambiente e della natura ed appassionato cultore delle nostre tradizioni, aveva scelto Sant’Antonio di Mavignola per godervi la meritata pensione e trascorrervi il resto dei suoi anni in compagnia della moglie. Ma, abituato a lavorare sodo, non si era concesso al riposo; si era dato alla ricerca storica mettendo al servizio della comunità il meglio di se stesso: il suo vissuto, le sue qualità di indagatore, la sua familiarità con gli archivi, la sua competenza nel campo della fotografia, il suo desiderio di conoscere le cose a fondo fin nei più minuti particolari e tutto il suo entusiasmo. Che era grande. Dà alle stampe lo splendido volume dove racconta con grande partecipazione, quasi fosse un diario intimo, della visita del Pontefice al rifugio Lobbie, un evento che lo toccò nel profondo dell’anima; in un’altra pubblicazione ricostruisce la vita e gli accadimenti di Pinzolo nel primo Novecento, materia delicata e poco conosciuta, provocatoria, capace di stimolare riflessioni e suscitare ripensamenti. E ancora, attingendo agli scritti della figlia Gemma, scrive una commovente biografia della guida alpina Adamello Collini e del pastore di Strembo Angelo Spada, arrestati dalle SS in Val Genova, internati e morti nel lager di Mauthausen. Grazie ai suoi scritti, al primo viene riconosciuta la medaglia d’oro al valore civile e al secondo quella d’argento. A lui si deve anche l’idea del bel monumento in bronzo e granito a ricordo di Adamello Collini situato nel parco del Ciclamino, capolavoro dello scultore milanese di origine roveretane Mauro Baldessari. Con un saggio sugli aspetti della Resistenza a Pinzolo e in Val Rendena durante la seconda guerra mondiale crea le premesse perché il comune di Pinzolo venga insignito della medaglia d’argento al valore civile. Sua ultima fatica, presentata a Madonna di Campiglio lo scorso anno, è la ricostruzione dei pionieri delle nostre montagne e la storia del soccorso alpino locale. Prima che la malattia lo portasse all’ospedale, da cui purtroppo non uscirà vivo, stava occupandosi dei cimiteri militari realizzati nella nostra valle durante la guerra in quota, sulle creste del gruppo dell’Adamello. E’ stato sepolto nel cimitero di Santa Maria a Madonna di Campiglio, dirimpetto al Crozzon e alle guglie del Brenta, cui era legato da tanto affetto, verso i primi di maggio. A me non è stato dato di poterlo accompagnare nel suo ultimo viaggio terreno, ma di lui conservo nell’anima tanti cari ricordi, nati da reciproca stima e amicizia, cose nostre, intime, e di pochi altri, alcuni scomparsi. Mi sarebbe piaciuto in quella circostanza ricordarlo a quanti lo hanno conosciuto richiamando la sua figura, la sua personalità, così complessa e piena di sfaccettature, dagli interessi molteplici, ma di una grande umanità e di una statura morale fuori dal comune. Anche per ringraziarlo di quanto ci aveva dato, generosamente, per esprimere alla sua signora e al figlio Angelo il nostro cordoglio più sincero e per garantire loro che Luciano ci sarà sempre vicino, col suo esempio, la sua tenacia e il suo entusiasmo nel portar avanti progetti e ideali.[/A_CAPO]