Variante di Agrone: incomprensibile il nervosismo del sindaco Maestri
Variante di Agrone: incomprensibile il nervosismo del sindaco Maestri, i politici tornino ad ascoltare la gente
Stupisce il comunicato del sindaco di Pieve di Bono-Prezzo in risposta all’interrogazione del coordinatore provinciale di Agire Claudio Cia, sulla circonvallazione della frazione di Agrone, etichettata come “boutade populista”. Nel testo non viene fatto alcun riferimento al sindaco o alla giunta del Comune in questione: l’interrogazione è rivolta infatti alla Giunta Provinciale. Nonostante questo, come coordinamento di Agire delle Valli Giudicarie, restiamo positivamente stupiti dall’interesse suscitato dal tema che abbiamo voluto mettere in discussione.
Il sindaco conferma il “disagio” subito dal Torrente Adanà e come il territorio stia risentendo inevitabilmente di tali lavori, riportando come il territorio interessato sarà però ripristinato una volta ultimata la variante. Di questo purtroppo, ci consenta di dubitare visti i precedenti simili, che ci portano a considerare i danni all’ambiente come irreversibili, o al limite come “compensabili”.
Sul tema dell’informazione alla popolazione il sindaco riporta come il progetto sia stato concertato tra Comune e Provincia, aggiungendo come “dati, slide e rendering non sono mancati all’interno del consiglio comunale”. Purtroppo dati, slide e rendering non sempre sono una garanzia di qualità, anche la discussa opera del ponte sullo stretto di Messina è stata accompagnata da plichi di rendering, o basta citare il più vicino quartiere delle Albere di Renzo Piano a Trento, che nonostante i rendering “sempreverdi” verrà probabilmente abitato quando questo sarà già vecchio. I dubbi non sono quindi sulla quantità di carta veicolata tra amministrazione locale e provinciale, ma su quanto i comuni cittadini siano stati resi partecipi del progetto.
La parte che però ci lascia più perplessi è vedere un primo cittadino minimizzare sull’insicurezza stradale: nel tratto della frazione di Cologna sono già avvenuti due incidenti, e altre persone hanno rischiato di uscire dalla strada con la propria autovettura. Evidentemente qualcosa non quadra in quel percorso stradale, tanto che sul posto è stato necessario modificare la segnaletica dopo gli incidenti citati. Da qui nasceva il nostro interessamento e una richiesta di una valutazione più organica del tratto stradale in questione.
Infine, è doveroso da parte nostra specificare meglio i dubbi riguardanti le piccole attività imprenditoriali, che ha strappato al primo cittadino l’etichettatura di “boutade populista” alle nostre perplessità: quando vengono costruite grandi circonvallazioni queste generano una valida alternativa, senza dubbio sicura, rispetto al passaggio nei centri abitati, rischiando però di isolare le piccole attività. Il nostro non era quindi un attacco a qualcuno in particolare, ma solo una forma di rispetto verso chi lavora e paga da sempre le tasse. Il sindaco prova a “rassicurarci” ricordando come la busa di Pieve di Bono “ha perso centinaia di posti di lavoro, oltre alla chiusura di aziende storiche, tutto questo quando la variante era ancora sulla carta e intanto sono trascorsi quasi venti anni”. Ci verrebbe da dire che in questi anni al governo provinciale è stato saldamente il centrosinistra, ma questa è probabilmente solo un infelice coincidenza, sta di fatto che questa moria del lavoro nelle valli dovrebbe portare la politica a fare autocritica, non certo a scherzare su problemi del genere.
Come coordinamento di AGIRE per le Valli Giudicarie rimaniamo quindi in attesa della risposta ufficiale all’interrogazione presentata in consiglio provinciale, convinti che se i politici tornassero a stare in mezzo alla gente, anziché bere qualche caffè in vista delle prossime elezioni provinciali, eviteremo inutili nervosismi concentrandoci invece a dare risposte concrete ai problemi della quotidianità.
Sergio Manuel Binelli – coordinatore AGIRE Valli Giudicarie