Il Presidente del Parco querela Cia
Il Presidente del Parco querela Cia
Comunicato stampa
Strembo, 31 marzo 2017
Il Presidente del Parco Naturale Adamello Brenta, visto l’articolo diffuso il 30.03.2017 dal Consigliere provinciale Claudio Cia avente ad oggetto il presunto sequestro di documenti avvenuto presso la sede dell’Ente ed asseritamente “finalizzato ad appurare la posizione del Presidente Joseph Masè”, ritiene doveroso precisare quanto segue.
A seguito di una richiesta di esibizione emessa dalla Procura della Repubblica di Trento, sono stati consegnati agli inquirenti documenti che attengono ad un arco temporale che va dal mese di gennaio dell’anno 2015 al mese di febbraio dell’anno 2017 e, dunque, ad un periodo anche antecedente all’elezione dell’avv. Joseph Masè a Presidente del Parco.
La documentazione richiesta dalla Procura non attiene in modo alcun alla procedura di selezione dell’ex direttore, dott. Silvio Bartolomei, e tantomeno alle consulenze disposte su indicazione di quest’ultimo, bensì ad assunzioni effettuate dall’Ente sia durante la presidenza di Antonio Caola e la direzione del dott. Roberto Zoanetti, sia nel periodo successivo con la presidenza di Masè e la direzione di Bartolomei e di Corradi.
Il Presidente Masè, preso atto, che la notizia diffusa dal Consigliere Cia:
– non corrisponde al vero laddove asserisce che: “… il tutto sembrerebbe finalizzato ad appurare la posizione del Presidente Joseph Masè su problematiche non meglio definite”, atteso che, come sopra evidenziato, la documentazione all’interesse della Procura si riferisce anche ad un periodo antecedente all’elezione di Masè e, dunque, a condotte poste in essere anche da altri soggetti;
– non corrisponde al vero laddove allude alla possibilità che le indagini potrebbero avere ad oggetto la presunta irregolarità dell’elezione del direttore Bartolomei, dato che nessun documento richiesto dalla Procura attiene alla procedura di selezione dell’ex direttore;
– non corrisponde al vero laddove allude alla possibilità che oggetto dell’indagine potrebbero essere le consulenze affidate in presenza di un presunto conflitto di interessi del dott. Bartolomei, dal momento che nessun documento richiesto dalla Procura attiene agli incarichi conferiti dalla Giunta;
si riserva di sporgere atto di denuncia-querela nei confronti del Consigliere Cia per diffamazione a mezzo stampa, considerato che la notizia diffusa non rispetta i parametri di verità, di interesse collettivo e di continenza, mentre costituisce l’ennesimo attacco, tanto gratuito quanto infondato, da parte del Consigliere Cia nei confronti del Presidente Masè e palesemente diretto a lederne la reputazione e l’onore.
Che il Consigliere Cia sia in malafede e che la propria condotta non sia finalizzata ad espletare il proprio mandato politico, bensì a colpire, sul piano individuale, la figura morale del Presidente Masè è dimostrato dal fatto che egli è perfettamente consapevole della circostanza che durante la fase delle indagini di un procedimento penale ogni informazione è, ai sensi dell’art. 329 c.p.p., secretata e che, dunque, il Presidente del Consiglio Provinciale, non avendo un accesso privilegiato agli atti della Procura, nulla potrebbe riferire in merito alla motivazione dell’indagine, alla tipologia dei documenti sequestrati e tantomeno dei soggetti coinvolti.
Si precisa, infine, che né al Presidente Masè né ad altri amministratori o dipendenti dell’Ente è stata ad oggi notificata alcuna informazione di garanzia contenente la contestazione di condotte penalmente rilevanti.
Nel rispetto dell’indagine in corso, che richiede una doverosa riservatezza, si è ritenuto corretto questo intervento affinché ciascun Cittadino possa conoscere la verità dei fatti e non essere indotto in errore da notizie false e tendenziose.