La nef dal me paes
La frenesia delle quotidiane incombenze, le responsabilità di padre e di professionista, i segni che più in generale il tempo e le esperienze quotidiane hanno scolpito nella mente di chi come me ha ormai raggiunto un’età matura, portano con se tanti pensieri, diverse riflessioni e anche qualche piccola ansia, che finiscono inevitabilmente per farci perdere qualche notte di sonno …
Ma se una notte insonne rappresenta spesso un peso e un difficile momento da superare nella solitudine del silenzio, quella odierna si è rivelata al contrario un’imperdibile occasione per contemplare un albeggio come pochi se ne vedevano nei nostri paesi negli ultimi anni.
Le prime luci del giorno, affievolite da una grigia coltre di nuvole basse, il caldo bagliore dei lampioni stradali e le luci dei caminetti accessi che uscivano da qualche finestra delle case vicine, disegnavano un romantico sfondo a splendidi fiocchi di neve bianca e freschissima che scendevano lenti e cadenzati come se ognuno avesse un proprio posto da raggiungere una volta a terra.
In pochi minuti ogni cosa era ricoperta da un candido velo bianco e da un assordante inusuale silenzio…
Nella polverosa libreria di casa ho ritrovato una bellissima poesia del Dott. Aldo Salvadei, che con quattro versi celebra come Lui sapeva fare un evento che spesso diamo per scontato, e suscita quelle emozioni che ho provato da bambino e che voglio condividere con tutti coloro che amano come me la neve, i nostri paesi e le nostre montagne per quello che significano, e non solo per quello che portano … economicamente…
Con simpatia
Nicola Maffei Lustro