Oggi a me, dimani a te!
Oggi a me, dimani a te!
Simone Baschènis, Danza macabra, 25 ottobre 1539, Chiesa di San Vigilio – Pinzòlo (TN)
di Francesca Novello
Forse non tutti sanno che a Pinzòlo, un piccolo paese della Val Rendena in provincia di Trento, si trova una delle Danze macabre meglio conservate in Europa: Simone Baschènis, pittore itinerante tra i più originali dell”™epoca rinascimentale, ultimò di affrescare il 25 ottobre 1539 il lato esposto a sud della chiesa cimiteriale di San Vigilio con la Danza Macabra. L”™opera in questione e il complesso di San Vigilio sono collocati in un contesto naturale splendido, dominato dal profilo unico delle montagne e dalla gelida brezza che, anche in piena estate, spira dalla vicina Val di Genova. Una volta attraversato il sagrato, il visitatore si trova di fronte al mondo umbratile e misterioso rappresentato da Baschènis. Un mondo che contrasta nettamente con la serenitÁ pacificata di questi luoghi.
La Danza macabra è un tema iconografico le cui origini sembrano risalire al Medioevo, ma che ricorre spesso nell”™arte figurativa. Da San Vigilio alla Danza macabra: l”™antica chiesa racconta, edito nel 2016 da Giuseppe Ciaghi, esperto conoscitore del patrimonio artistico locale, ripercorre nel dettaglio le vicende di quest’opera di straordinaria bellezza, il cui fascino travalica il tempo e la Storia, esercitando in chi osserva una profonda suggestione.
Nella rappresentazione di Baschènis, come nella maggior parte delle Danze macabre, osserviamo la presenza di numerosi scheletri, personificazione della Morte, e di uomini appartenenti ai ceti sociali più svariati, dai meno abbienti ai più facoltosi. Le Danze macabre sono solitamente connesse al monito del memento mori (dal lat. “ricordati che devi morire”) e vengono generalmente interpretate come un”™esortazione a non peccare in vita di troppa presunzione: infatti la Morte, al momento giusto e assai democraticamente, sa come rimettere a posto chi non ha saputo coltivare le virtù dell”™umiltÁ e della semplicitÁ .
Più nel dettaglio, l”™affresco di Baschènis, che ricopre tutta la parete, rappresenta diciotto coppie che ballano, disposte in ordine decrescente d’importanza sociale. In ognuna di esse si può vedere una rappresentazione della Morte prendere per mano un personaggio per invitarlo a danzare.
Nella sua preziosa opera Ciaghi sottolinea come il dinamismo e la vivacitÁ degli scheletri conferiscano “profonditÁ , ritmo e movimento alla composizione”, in contrapposizione alla fissitÁ che, invece, sembra raggelare gli uomini: essi sono, di fatto, “immobili, statici, pensierosi”, probabilmente consapevoli del fatto che la fine è ormai giunta. Nell”™affresco scorgiamo San Michele, armato di spada e di bilancia, e Lucifero mentre attendono gli uomini al varco per la temuta pesa delle anime.
Preservate dalle intemperie e dall”™ingiuria dei secoli, giungono intatte fino a noi le parole della Morte. Eccone un estratto, dall’incipit:
Io sont la morte che porto corona
Sonte Signora de ognia persona
[”¦] Et son quela che fa tremar el mondo
[”¦] Non è signor madona ne vassallo
Bisognia che lor entri in questo ballo
Mia figura o peccator contemplerai
Simile a mi tu vegnirai
[”¦] lamina lasso al judicio eternale
Et come tu averai lavorato
Cossì bene sarai pagato.
Io sono la morte con la corona (di regina) in testa
sono padrona di ogni persona
[”¦] E sono quella che fa tremare il mondo.
[”¦] Non conta niente essere un signore, una dama o un nobile;
tutti devono venire a ballare con me.
Tu, o peccatore, potrai contemplare il mio aspetto,
diventerai anche tu simile a me.
[”¦] mi limito a consegnare l”™anima a Chi giudicherÁ per sempre.
E in ragione di come avrai operato, avrai la giusta ricompensa.
Francesca Novello è laureata in Lettere presso l’UniversitÁ Ca’ Foscari di Venezia e attualmente scrive per Piazza Comisso, blog di letteratura del Premio letterario Giovanni Comisso della cittÁ di Treviso. Si reca assiduamente in Trentino – specie a Pinzòlo, dove oramai fa tappa fissa da anni. Ha scritto quest’articolo per rendere omaggio sia al bel volume redatto da Giuseppe Ciaghi, che all’opera di Simone Baschènis, nei confronti della quale non può che nutrire meraviglia e ammirazione.