Leggo su Campane di Pinzolo l’intervista a Fabrizia Caola, Presidente della Cassa Rurale Adamello…
Leggo su Campane di Pinzolo l’intervista a Fabrizia Caola, Presidente della Cassa Rurale Adamello.
Ne riporto, testualmente, una parte:
D: Da diversi anni in alta Val Rendena si parla dei progetti di ristrutturazione della Filiale di Campiglio e di Casa Cacam di Pinzolo. A che punto sono?
R: (FABRIZIA CAOLA – Presidente CA RUR ADAMELLO)
In effetti l’ex Cassa Rurale Pinzolo stava lavorando a questi due progetti, peraltro molto sentiti dalla comunità locale, che però non è riuscita a portare a termine prima della fusione.
In queste settimane Cassa Rurale Adamello, tramite la sua Commissione Immobili, sta rivisitando i progetti in modo che possano ottenere le necessarie autorizzazioni sia da parte degli Enti preposti al rilascio delle concessioni, che dalla capogruppo Cassa Centrale Banca, la quale deve autorizzarne la spesa.
Sono entrambi progetti di grande pregio per le nostre comunità. Nei giorni abbiamo presentato, a margine del consiglio comunale, gli elaborati grafici della filiale di Campiglio che hanno ottenuto un riscontro positivo sia da parte degli amministratori che della popolazione.
E se la capogruppo non autorizzasse la spesa?
Certo, si dirà, perché non dovrebbe? E’ solo una formalità!
Io invece credo che ci sia molta sostanza in questa “formalità”:
quando si è architettato l’orribile disegno di sciogliere le Casse Rurali, non si è nemmeno pensato di limitarsi a “regalare” ad una S.p.A. soltanto l’azienda, l’attività bancaria, mantenendo il controllo in loco (attraverso una Fondazione) del patrimonio immobiliare. Altri Istituti l’hanno fatto e non avevano neanche il radicamento stretto con le realtà locali che avevano le Casse Rurali.
Anche questo dà la misura della serietà con cui si è condotta l’intera scellerata operazione.
Si è rincorsa l’illusoria ed errata convinzione che “grande è meglio”, che “grande vuol dire più solido”, che “grande garantisce stabilità” e si è svenduto un patrimonio immobiliare che in oltre 120 anni di storia i SOCI della defunta Cassa Rurale di Pinzolo avevano acquisito.
Con le loro piccole e instabili forze. Ma con le loro grandi e solide fatiche.
Adesso siamo ridotti ad incrociare le dita sperando che la decisione che verrà presa in quel di Trento non ci riservi sorprese!
Spero che, ovunque siano, i fondatori delle Casse Rurali non sappiano della fine ingloriosa che hanno fatto le loro creature. Non credo lo sopporterebbero.
Lucio Binelli