Festa del patrono, una tradizione che si rinnova e richiama ogni anno un folto pubblico fedele custode del cuore contadino del paese
S. Antonio di Mavignola 17 gennaio 2020
Festa del patrono, una tradizione che si rinnova e richiama ogni anno un folto pubblico fedele custode del cuore contadino del paese
La festa del patrono di S. Antonio di Mavignola è una occasione per molti valligiani dei paesi limitrofi per partecipare ad un rito e ad una festa fortemente connaturati alla tradizione locale e proprio per questo densi di suggestioni e significati.
E così come ogni anno lo scorso venerdì 17 gennaio, in occasione della commemorazione di S. Antonio Abate una teoria di autorità locali ed un folto gruppo di fedeli ha partecipato alla processione per le vie del paese. In testa il pastorello in rappresentanza delle realtà contadine e a seguire la Banda comunale di Pinzolo a scortare il Parroco, i chierici e la statua del Santo portata a braccia dai parrocchiani.
Mentre nella piazzetta del Punto Info del Parco Naturale Adamello Brenta gli animali delle stalle erano posti in bella mostra per la benedizione e per la gioia dei più piccoli, all’interno dell’edificio un gruppo di volontarie dava vita alla Fattoria Didattica.
Dopo la benedizione ai fedeli ed agli animali Don Romeo Zuin rivolge i ringraziamenti a tutti i volontari che si sono prodigati per l’allestimento della festa, un rituale che ogni anno si rinnova e al quale anche i più anziani ricordano di aver sempre partecipato. Il perpetuarsi di una tradizione che conserva a S. Antonio di Mavignola una piccola enclave contadina tra due mondi (Pinzolo e Madonna di Campiglio) immersi tout court nel vortice del business turistico.
Alle 16.00 la presentazione dell’interessante lavoro editoriale del giovane studioso giudicariese Michele Bella, dal titolo “Acta Montium – le malghe delle Giudicarie”, una sorta di Enciclopedia Treccani del mondo storico della zootecnia d’alta quota nelle Giudicarie, che vede 563 malghe collocate sulla superficie di 1.176,51 chilometri quadrati, dal Lago d’Idro a Madonna di Campiglio e dal Lago di Molveno fino alle porte del Lago di Garda. Hanno assistito alla documentata relazione dell’autore l’assessore provinciale al turismo Roberto Failoni, il sindaco e il vicesindaco del comune di Pinzolo, rispettivamente Michele Cereghini e Albert Ballardini, il presidente dell’Apt Tullio Serafini e molti appassionati di cultura di montagna. Una occasione preziosa per molti residenti per riscoprire insediamenti montani ristrutturati ed ancora in uso e vestigia di manufatti abbandonati o decaduti.
Qualcuno ha partecipato al canto del “Miracolo di S. Antonio”, con la famiglia Cominotti, mentre in serata la musica e i fuochi d’artificio hanno concluso in allegria la giornata dei festeggiamenti.
Soddisfatti e gratificati i volontari della Pro Loco GS. Mavignola che ogni anno si prodigano con entusiasmo nei preparativi.
S.Antonio “mercante della neve” recita un vecchio adagio paesano e nella notte, mentre sulla festa calava il sipario, dense nuvole gonfie di fiocchi si addensavano sulle cime. E chissà che non sia proprio l’arrivo della neve ad dare ancor più forza alle credenze di un rito senza tempo.