Non solo corona virus… Marz – Dalla raccolta “A spas cul can” di Anna Turri
Non solo corona virus.
Causa gli “arresti domiciliari” nelle nostre prigioni dorate e ben fornite di ogni bendiDìo, nelle rare uscite (ora d’aria?) si incontrano i proprietari di cani che sommessamente li accompagnano a scaricare i bisogni di diritto e ad annusare la miriade di profumi e altri odori che solo loro hanno il potere di sentire. In tempi relativamente remoti, da 11 a 6 anni fa, passeggiando col cane sulla ciclabile Caderzone-Pinzolo la signora Anna Turri ha trovato l’ispirazione per una serie di poesie in dialetto, la cui raccolta è proprio intitolata: “A spas cul can”. Gli argomenti spaziano liberamente nel pensiero e nel sentimento, partendo però da una situazione di spazio/tempo reale e concreta.
Le poesie sono 29, contengono poche rime e non hanno segni di punteggiatura; questo favorisce, attraverso una lettura lenta delle singole parole, una più completa “visione” delle situazioni e dei gesti descritti e una più profonda comprensione dei sentimenti sottintesi.
Marz
L’é Marz
a la sera a li òt l’é amu nòt
molu ‘l can
e i vu dre cul guinzaglio ‘n man
la nef nu la porta pü
e ‘n pas se ‘n pas no
pasu giü
pas maldestri, mal sicör
mi vardu datorn
vigiu umbrii
scoftu l’aria
mi bat al cör
alzu i oc’ al cel
sirin e plin di steli
e so ca sü sta tèra
gh’é sta pinser e not pü beli
al me can al mi vegn apè
ma ga tacu al col e pinsu
sum rastè me e te