Il sangue non è acqua!
Il sangue non è acqua!
Dopo il racconto biografico in rima di Eleonora Maffei Cunaccia, segue adesso un altro esempio di letteratura dialettale.
Da sempre si usa scrivere e recitare un “sonetto” per importanti occasioni di ritrovi collettivi, spesso con grandi pranzi o cene, come nei matrimoni, anniversari, lauree, pensionamenti e così via. Scritti senza pretese poetiche, con rime anche irregolari e qualche parola “mistilingue”, ma ricchi di battute salaci, di velata comicità, di argute considerazioni, di critiche bonarie e rivangamenti di episodi della vita che non vengono dimenticati. Sicuramente sono carichi di originalità, dato lo scopo sempre diverso, e di spirito creativo da parte dell’ideatore.
L’autore del sonetto “Zinquant’agn di cambiamenc’ ” è Francesco Cunaccia, nipote di Eleonora, della quale sembra avere ereditato la passione per gli scritti in dialetto (al sanc nu l’é aqua, l’iva dit cula dona da Stremp quanca gh’era saftà ’n brac’ in purcilin). Ha festeggiato i suoi cinquant’anni con gli amici della banda comunale di Pinzolo di cui è membro da tanti anni, e nel momento conviviale ha presentato il suo componimento.