70 anni dal disastro di Serodoli, una data da non dimenticare
La mattina del 14 ottobre 1954 un cunicolo di sondaggio, che doveva aprire la strada alla galleria di spillamento, cominciò a cedere riversando progressivamente verso valle mezzo milione di metri cubi d’acqua presenti nel lago. Solo il cedimento progressivo e l’allerta tempestiva partita dalle maestranze dell’impresa Conci, che aveva assunto dalla Società Idroelettrica Sarca Molveno (SISM) l’incarico di realizzare la galleria, evitarono un disastro di proporzioni maggiori.
A Nambino udirono il boato provenire dalla Busa dai Spin e riuscirono a mettersi in salvo; l’onda d’acqua raggiunse l’hotel Bertelli per poi scendere verso la piazza allagando l’abitato di Madonna di Campiglio. Ingenti furono i danni, ma fortunatamente nessuna vittima.
L’eco del disastro, che poteva avere conseguenze ben peggiori, portò a numerose azioni di sensibilizzazioni che videro tra i protagonisti la guida alpina Clemente Maffei Gueret e il sindaco di Pinzolo Romedio Binelli.
Fu così che progressivamente crebbe una maggiore consapevolezza nella popolazione, ma i lavori idroelettrici subirono solo una momentanea battuta d’arresto. Nel 1963 il disastro del Vajont rese tristemente evidente al Paese a quali conseguenze portava la logica del puro profitto.
Il capitolo finale allo sfruttamento idroelettrico venne scritto il 19 aprile del 1966 ed ebbe come teatro le cascate Nardis. Qui all’interno del ristorante fu intelligentemente organizzata una riunione a cui parteciparono il presidente della Provincia Bruno Kessler, il segretario della Democrazia Cristiana Flaminio Piccoli, il presidente del BIM Carlo Bleggi e il presidente dell’Enel Antonio di Cagno.
L’allora Sindaco di Pinzolo Pio Bruti a nome di tutti gli amministratori della valle lesse un documento di opposizione totale al proseguimento dei lavori del quale riportiamo oggi alcuni passaggi che restano a testimonianza e futuro monito:
“il progetto così come presentato rappresenta l’opera più mostruosa che possa ancora essere fatta lungo l’asta di questo già tormentato Sarca… Questa nostra gente, che proprio in queste bellezze naturali trova oggi, con l’immenso e magnifico sviluppo turistico la propria ragione di vita, non può nel modo più assoluto tollerare che le ultime bellezze vengano a sparire …A nome di tutti Le ho illustrato, con il cuore e la serenità di essere nel giusto, quanto gli Amministratori della Valle Rendena desiderano per il bene delle loro popolazioni”
Testimone dell’evento fu la piccola casina di Serodoli, recentemente ristrutturata dal Comune di Pinzolo e in gestione al Gruppo Guide Alpine di Madonna di Campiglio. Lassù a 2370 metri di quota, allora come oggi, quella piccola casina, immersa tra i 5 laghi e con lo scenario del Brenta sullo sfondo, ci ricorda il valore unico e la vera ricchezza del nostro territorio.
Testo tratto in parte dalla pubblicazione “Comunità, Persone, Territorio – nello svolgersi del tempo insieme alla Cassa Rurale Pinzolo” disponibile presso la Biblioteca di Pinzolo.