Asino sbranato da un orso in Val di Borzago
Nei giorni scorsi è successo che a fare le spese di un orso, è stata la povera asina “Rasa”, in Val di Borzago. Racconta questa brutta vicenda il proprietario, Marco Bosetti, che vive a Pelugo ma che, appena può, sale nella sua casa da mont in località Pradavei dove, in un ampio pascolo recintato si trovano anche l’asinella “Rasina” di 10 mesi ed il maschio delle capre “Cosmos”. Quello di Marco Bosetti non è solo uno sfogo, ma una riflessione sulle contraddizioni di un Trentino che punta sull’immagine di terra attenta all’ambiente, con restrizioni e regole dettate però da chi la montagna non la vive. «L’orso, giustamente – afferma Bosetti – si comporta da orso. Anch’esso, come i miei e altrui animali, con i rispettivi allevatori, si trova vittima di un disegno scriteriato che ha previsto la sua introduzione. E’ stato introdotto d’imperio in un ambiente non più adatto alle sue esigenze e, naturalmente, cerca di arrangiarsi come meglio può, facendo incursioni non solo nei pascoli di montagna, ma anche nei paesi, in cerca di cibo».
Bosetti parla dell’asina con affetto e rimpianto: «Rasa, taglia grande, 12 anni, ci ha aiutati nei trasporti in malga, è cresciuta con i miei figli, si può dire faceva parte della famiglia e, sicuramente, nella sua vita ha smentito la nomea affibbiata agli asini dalla presunzione umana. Lascio immaginare le sensazioni che abbiamo provato nel vederla ridotta in quelle condizioni; fra le varie cose ho pensato anche agli artefici di tutto ciò, seduti alle loro comode scrivanie, agli accondiscendenti ecologisti da salotto sulle loro calde poltrone, a tutti coloro che hanno ritenuto e ritengono che il mio asino sia meno importante del loro orso».