Associazione Albergatori del Trentino: serve una certificazione di vaccino anti-Covid eseguito
Turismo trentino allo stremo. La Giunta esecutiva dell’Asat spinge per ripartire: se non ci sarà un allentamento delle restrizioni, è fondamentale farsi trovare pronti con l’adozione del «digital green pass».
Il turismo trentino è allo stremo. La stagione invernale è ormai ufficialmente chiusa, senza nemmeno essere partita. Questo, significa, per la «pura» montagna (ovvero per le località che vivono di sci alpino in inverno ed accolgono, poi, i turisti nei mesi estivi) aver perso il 70% del bilancio annuale. E questo nella rosea ipotesi che l’estate 2021 riesca ad accogliere gli stessi flussi turistici dell’estate 2019 (e non di quella del 2020, in cui arrivi e presenze sono stati in flessione rispetto all’anno precedente a causa delle restrizioni Covid).
Il presidente Asat, Giovanni Battaiola: «Sono convinto che il turismo non possa continuare a “subire” questa situazione di stallo e incertezza continua. E nemmeno possa proseguire con continue richieste di ristori adeguati alla delicata situazione (che peraltro ancora non sono arrivati, ndr). È fondamentale predisporre un “digital green pass” che autorizzi la mobilità tra Regioni e tra Stati a fronte della certificazione di vaccino anti-Covid eseguito, o della presenza di anticorpi o con test anti-Covid negativo». Solo così, a prescindere dalla curva dei contagi, sarà possibile tornare a pensare con serenità alle vacanze, ed il turismo potrà ripartire.