Audizione del Comitato NO TASSA INGIUSTA in Provincia
Documento del Comitato NO TASSA INGIUSTA per la seconda Commissione del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento.
Innanzi tutto vogliamo ringraziare il presidente Luca Giuliani e tutti i membri della seconda Commissione per averci accolto. Purtroppo siamo stati costretti a portare la nostra protesta a Trento perché in sede locale, in Val Rendena, non abbiamo ricevuto risposte convincenti a quello che per noi all’inizio sembrava semplicemente un errore, un malinteso da correggere con una decisone di buon senso. Purtroppo così non è stato e ci siamo trovati davanti ad un muro contro il quale va a infrangersi il malcontento della gente che così rischia di allontanarsi ancor più dalla politica. Avevamo chiesto di rivedere o almeno congelare le delibere e di aprire un tavolo di confronto tra tutti i portatori di interesse, comprese le Amministrazioni Comunali. Lo scopo era quello di arrivare a una soluzione condivisa così come si è fatto per i Deflussi Minimi Vitali del Sarca, ma non siamo stati ascoltati e sembra che si proceda col motto: “Divide e Impera”.
Il nostro è un Comitato spontaneo, apolitico, di cittadini che si oppongono all’ingiusta, affrettata e non equa tassa sugli alloggi turistici del Trentino, e della Val Rendena in particolare, in quanto vera e propria “patrimoniale” mascherata come dichiarato apertamente anche dal Difensore Civico. Questa tassa, introdotta in sostituzione dell’imposta di soggiorno, colpisce i proprietari degli alloggi indipendentemente dal fatto che si affitti o meno l’appartamento e dalla zona in cui viene affittato. In Val Rendena si chiedono poi 50 euro a posto letto contrariamente a tutto il resto del Trentino che applica 25 euro a letto. E’ forse il primo caso di una “tassa sulle intenzioni” perché colpisce sia chi affitta sia chi non affitta, sia chi si trova a Campiglio che a Verdesina. Mancano quindi completamente i criteri di progressivitÁ previsti dall”Art. 53 della Carta Costituzionale.
A nostro parere in questa legge ci sono errori di contenuto e di procedura che si prestano ad una serie di ricorsi. In particolare si contesta il fatto che la Legge provinciale sulla promozione turistica parla di appartamenti “concessi in locazione” mentre il riferimento per applicare l’imposta è il CAT (Censimento Alloggi Turistici) che parla di appartamenti “offerti in locazione”. Evidentemente le due cose sono molto diverse e stupisce la risposta dell’assessore, pervenuta in questi giorni, che scrive al Comitato: “dal tenore della norma non si desume un significato diverso” alle due locuzioni!?
Non solo: il CAT era nato a soli fini statistici e non tributari, e soprattutto si sapeva chiaramente che a questo elenco è iscritta solo una minoranza di proprietari, e quindi a pagare sono quelli più ligi alle norme. Se tutti fossero iscritti ( forse anche i proprietari di seconde case come in Alto Adige), sicuramente la tassa potrebbe essere parecchio contenuta. Stando così le cose il rischio concreto è che la Provincia non possa incassare nemmeno i 25 euro a letto previsti in tutto il Trentino con un danno grave per il suo bilancio di promozione turistica.
Il Regolamento di esecuzione della Legge prevede poi i soli 25 euro a letto e questo non è coerente rispetto alla Legge che recita: ” anche differenziando l’incremento per tipologia di struttura ricettiva” cosa che qui non è stata fatta.
Abbiamo anche contestato l’iter di approvazione della norma che è avvenuto in fretta e furia in pochissimi giorni senza le audizioni dei Consorzi delle Proloco, come previsto chiaramente dalla Legge. La risposta dell’assessore, arrivata solo alcuni giorni fa, sostiene che i destinatari delle risorse sono solo i soggetti che “fanno marketing turistico territoriale”, ma questo contrasta con la lettera dell’art. 16 bis comma 2 della Legge che prevede l’obbligatorietÁ dell’audizione senza specificare altro. Inoltre molte manifestazioni turistiche sono organizzate dalle Pro Loco in collaborazione con le APT e quindi Le Pro Loco sono direttamente interessate a decidere dell’ammontare di questa “tassa” di cui alla fine ne dovrebbero beneficiare.
Infine, mentre la tassa di soggiorno è pagata dall’ospite come in tutta Italia e per le altre categorie imprenditoriali, qui è totalmente a carico del proprietario e non può essere ricuperata. Anche pensando alla politica degli affitti attraverso i grandi portali internazionali come Airbnb (sostituto d’imposta in base alla recente legge nazionale), questa tassa patrimoniale non potrÁ essere fatta pagare direttamente al cliente, come avviene in molte cittÁ italiane, perché non è legata ai giorni di effettivo utilizzo dell’appartamento.
Per tutti questi motivi si chiede alle forze politiche presenti nella seconda Commissione di portare in Consiglio (approfittando delle Legge di assestamento di Bilancio in discussione in questi giorni), un provvedimento che ponga rimedio a queste gravi ingiustizie e che riporti almeno ai 25 euro a posto letto la tassa in Val Rendena come nel resto del Trentino, salvo poi cambiare la logica della tassa che deve essere chiaramente a carico dell’ospite come ogni tassa di soggiorno.
Trento 17 luglio 2017
P.S. L’apertura di un dialogo positivo, avviato in questi giorni con l’APT di Madonna di Campiglio, Pinzolo, Val Rendena, è volta ad una miglior visibilitÁ nei portali per gli alloggi turistici e alla costruzione di un prodotto turistico valido per gli ospiti degli appartamenti. Questi incontri, che riconoscono l’importanza del settore degli appartamenti, prescindono da questa “tassa” e hanno lo scopo di migliorare l’offerta turistica anche per questo comparto che conta migliaia di posti letto ma finora è stato trascurato e adesso rischia di essere pesantemente tassato.