Beppino Englaro a Tione: ‘Contro mia figlia, una violenza terapeutica’
‘Serve un registro dove ciascuno possa mettere nero su bianco, quello che vorrebbe venisse fatto della sua vita se si dovesse trovare in determinate condizioni di fine vita drammatiche, simili a quelle di Eluana Englaro. Ognuno deve poter essere libero di scegliere se continuare una esistenza con il supporto di strumenti artificiali e di cure o di rinunciarvi.’ E’ il pensiero con cui Bruno Firmani, firmatario del Decreto di legge sul testamento biologico, ha aperto la serata ‘Libertà e vita’ organizzata dai laici trentini venerdì sera a Tione.
Al tavolo dei relatori: Maurizio Ragagni, Angelo del Favero, Beppino Englaro e Pino Morandini. Di tutt’altro avviso quest’ultimo, in rappresentanza del Movimento per la Vita. Per lui ogni persona deve decidere nel momento in cui vi si trova costretta. L’esponente del Pdl, dati statistici alla mano, ha sottolineato come molte persone abbiano cambiato idea sulle proprie opinioni riguardo ad una cura piuttosto che un’altra quando si siano trovate ad affrontare in prima persona una particolare situazione o una determinata malattia. Per cui non si può pensare ad un testamento anticipato; deve essere ‘attuale’, va fatto solo in punto di morte. Non ha pero’ chiarito, né gli è stato dato il tempo di farlo, di come possa fare una persona in stato vegetativo a decidere della propria vita o chi debba decidere per lei. Un esempio di come il testamento esista già nel campo della donazione degli organi è venuta dal Coordinatore servizi trapianti Apss di Trento Maurizio Ragagni. Ha testimoniato come dal 1981 ci sia avvalsi di questa possibilità e come grazie ad essa si sia potuto far del bene a tanti malati.
A contraddire Morandini, anche Gigi Olivieri. Gli ha ricordato come venga accettato da tutti un testamento non ‘attuale’, in moltissimi campi. Uno per tutti, oltre quello riguardante la donazione degli organi, quello della disposizione dei nostri beni materiali. A difesa della vita terrena e di quella eterna l’intervento del medico frate domenicano cofondatore del Centro aiuto per la vita, Angelo del Favero, che ha posto come priorità quella di accompagnare nella scelta di vita e nella redenzione i malati. Ha concluso la serie degli interventi Beppino Englaro con la sua testimonianza di vita in tutta la sua drammaticità, dall’incidente in macchina dell’unica figlia ventunenne che l’ha costretta ad una condizione di stato permanente vegetativo, alla sua battaglia durata 18 anni per affermare la volontà della figlia di scegliere di porre fine a delle cure che non garantivano più la sua dignità.
‘Si è praticata verso mia figlia una violenza terapeutica, dobbiamo garantire la libertà di vivere, non la condanna a vivere! E’ un diritto sacrosanto sancito dalla nostra carta costituzionale quello di poter scegliere se curarci o meno. La nostra inoltre è una scelta personale e familiare condivisa, che non vuol imporre niente a nessuno. Ciascuno deve aver il diritto di fare la propria scelta.’