Biodigestore: il Comune di Porte di Rendena fa il punto
Torna periodicamente, sulle pagine dei quotidiani locali, il dibattito relativo all’intenzione di realizzare un biodigestore nel territorio comunale di Porte di Rendena. La vicenda pareva chiusa con la rinuncia, chiarita pubblicamente dal diretto interessato ovvero l’allevatore Elio Valentini, che durante la serata di presentazione (aprile 2022) aveva lasciato la sala esprimendosi proprio in tal senso.
Partono da qui le considerazioni del Comune di Porte di Rendena, che coglie l’occasione per ricordare che l’interlocutore dell’amministrazione locale nonché unico titolare agli atti del procedimento è sempre stato il signor Valentini: a suo nome sono infatti stati presentati i progetti. «Proprio per questo abbiamo sempre evitato, finora, di rispondere tramite stampa alla Rendena Organic» spiegano il sindaco Pellegrini e il vicesindaco Dallavalle.
Il Comune chiarisce un altro tema: «Ogni volta che si parla di letame nelle Giudicarie – e nello specifico in Val Rendena – immancabilmente si torna sul biodigestore di Porte di Rendena: quasi fosse la soluzione ai problemi dell’intero territorio. Attenzione: perché se questo è il concetto che qualcuno vuol trasmettere, ecco che i timori sempre palesati dal Comune trovano fondamento. L’amministrazione, come sempre affermato al titolare Valentini e anche pubblicamente, non era aprioristicamente contraria a impianti di questo tipo, ma ha sempre avanzato dubbi circa il reale e controllato dimensionamento degli stessi e il biodigestore in oggetto è sempre parso sovradimensionato rispetto alle esigenze dell’azienda Valentini: in che modo avrebbe potuto funzionare a regime? Tanto è stato chiesto e tanto non è stato chiarito, con la conseguente legittima incertezza dell’amministrazione comunale che pertanto è ricorsa in dovuti e specifici apprendimenti».
C’è poi un pericoloso cortocircuito, una sorta di mezza verità o fake news che circola e va sfatata: il Comune non ha mai bocciato il progetto di biodigestore. Ha revocato la procedura di “deposito di progetto per deroga urbanistica” – e quindi sospeso l’iter – per comprovate difformità dimensionali-volumetriche tra quanto riportato nel verbale della Provincia, che avallava l’iniziativa, rispetto al progetto a esso allegato. Difformità sin dall’immediato rilevate dal Comune e comunicate ai competenti servizi provinciali i quali, per riscontro, confermavano l’incongruità assegnando prevalenza a quanto riportato nel verbale, ossia un dimensionamento inferiore al progetto.
L’amministrazione tiene pertanto a far chiarezza sulla questione per non diffondere ai propri censiti notizie difformi al vero.