CAMPIGLIO: INTENSO INCONTRO CON GIOVANNA BOTTERI
GIOVANNA BOTTERI:
“NEL GIORNALISMO: PIÙ FORZA, MENO PAURA, PIÙ RIGORE”
Ieri, a Madonna di Campiglio, nell’ambito dell’edizione in corso del festival culturale “Mistero dei Monti” dedicato, nell’edizione 2015, al tema “MontagnaCittà” e proposto dall’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, è intervenuta, al Salone Hofer, la giornalista, corrispondente Rai da New York, Giovanna Botteri, originaria di Strembo per via del padre Guido, che ieri ha introdotto l’atteso e seguitissimo incontro ritrovando la trama di una storia personale nel fluire della vicenda collettiva dei migranti di Rendena e del Trentino.
“La storia dell’emigrazione dalla Val Rendena non riguarda Giovanna – ha spiegato Guido Botteri – ma tre generazioni prima quando, a metà ‘800, la gente va altrove per trovare sostentamento e lavoro, conoscendo solo due cose: la “mola” (per affilare lame e coltelli) e i “purcei” (i maiali, quindi la produzione di salumi di insaccati). Questi erano gli unici due mestieri che si sapevano e che segnarono l’emigrazione nei territori italofoni dell’Austria-Ungheria: prima verso Trento, poi in direzione Trieste, quindi a Pola e in Dalmazia. C’è stata anche una micro emigrazione all’interno della Val Rendena, con gli “strembi” che trovavano una sposa altrove e più benestante di loro e un’emigrazione, riferita solo a questi mestieri, anche in zona germanica, partendo senza conoscere la lingua. Il turismo, allora, non era ancora nato, ma il creatore e animatore delle prospettive turistiche di Madonna di Campiglio fu proprio un Righi (Giovanni Battista) di Strembo. Poi, come mia figlia da Trieste sia arrivata a New York ve lo dirà lei”.
Di seguito i principali argomenti affrontati da Giovanna Botteri e le risposte date alle numerose domande postele.
SO DA DOVE VENGO. “Papà mi ha fatto fare una gran ricerca sugli emigrati trentini e di Strembo in America e su questa emigrazione che è stata sempre povera e difficile. Ho realizzato, su sua richiesta, un incredibile lavoro di archivio sui Masè, i Fantoma, i Botteri…. Ho trovato una Giovanna Botteri che, a inizio secolo, arriva in America, con otto figli, vedova e senza conoscere una parola di inglese, dimostrando coraggio e determinazione. La cosa più incredibile è che non è mai tornata indietro. Ce l’ha fatta. Il coraggio di questa donna è uno straordinario omaggio a questa terra. Molti sono tornati indietro, quelli che sono rimasti, e ho incontrato, sono oggi grandi imprenditori del New Jersey. Fino alla quarta generazione parlano ancora l’italiano, o meglio il dialetto, e questo è raro tra gli emigranti italiani che generalmente perdono la lingua madre alla seconda generazione”.
IL GIORNALISMO. L’INIZIO. “Il giornalismo era l’ultimo lavoro che avrei pensato di fare, perché non volevo essere indicata come “la figlia di…” (Guido Botteri, giornalista, è stato direttore della sede Rai di Trieste, ndr). Ho iniziato con altre cose, occupandomi di cinema e storia del cinema, continuando a studiare. Ero a Parigi e volevo conoscere lo scrittore Danilo Kis, che consideravo straordinario, e mi sono presentata. Poi ho buttato giù un’intervista e me l’hanno pubblicata. Ho cominciato così, poi un piccolo programma alla radio e avanti. L’emozione, il batticuore di quando fai una richiesta ad una persona, per un incontro o un’intervista, ce l’ho ancora oggi. Avvicinarsi, capire, raccontare le storie delle persone è il lavoro di noi giornalisti”.
IL GIORNALISMO IN ITALIA OGGI. “Stando fuori sono fuori dalle beghe, mi lasciano fare. Non credo che il giornalismo sia morto, finito. La crisi economica e finanziaria ha colpito tutti, anche l’informazione. Si ha paura di non vendere, ma la prima cosa è non avere paura e dare voce a chi non ce l’ha in un momento in cui il Pase soffre. C’è crisi e c’è ricattabilità. Penso a straordinari giovani colleghi precari, che stiamo perdendo mentre seguono un sogno. Non si sta raccontando più l’Italia, come sta vivendo la gente, cosa sta accadendo, rispondendo al bisogno di sentire storie che c’è da sempre. Il giornalismo avrà un futuro se avrà più forza, meno paura, più rigore”.
IL VIAGGIO. “Ogni viaggio ha una sua partenza e un suo arrivo con incontri sempre diversi, è un’avventura meravigliosa e oggi è talmente facile, il mondo è a portata di mano. Il viaggio ti porta ciò che meriti, è avventura, è scoperta. Siamo cittadini del mondo e ad esso apparteniamo; il viaggio è il modo per cogliere questa appartenenza”.
DONNE REPORTER AL FRONTE. “La presenza delle donne tra i reporter di guerra ha cambiato il modo di raccontare la guerra ponendo attenzione a chi la subisce, come le madri in cerca di cibo e medicine per i loro figli. Abbiamo osservato con un occhio diverso, raccontando le guerre da civili, con gli occhi dei profughi. Distruzione, morte, devastazione, questa è la guerra. Qualsiasi accordo, per negativo che sia, qualsiasi pace, per quanti compromessi debba accettare, è sempre meglio della guerra”.
DONNE CURDE SOLDATO. “È una storia incredibile, in una regione dove la tentazione integralista è fortissima. Le donne hanno parità con l’uomo e le uniche vittorie sul campo contro lo jihadismo sono state ottenute da loro con i loro uomini”.
L’AMERICA E IL MEDIO ORIENTE. “Esistono due Americhe: una è convinta che la guerra all’Iraq e l’invasione siano state sacrosante, che con la guerra si risolva tutto, che Obama non sia nato in America, etc. La pancia del paese ha paura di cambiare, di non essere più bianca, di perdere i privilegi; l’altra, quella del confronto e che oggi è alla Casa Bianca, pensa che la guerra sia stata devastante e abbia provocato la crisi economica nazionale e un grande odio verso gli Usa. Su quale America sia prevalente, un’indicazione importante la vedremo il prossimo anno da chi governerà per il prossimo quadriennio”.
OBAMA E L’INQUINAMENTO. “La California si sta desertificando, è senza acqua e gli incendi stanno bruciando gli ultimi boschi rimasti. La sfida di Obama è tutta in salita, ma è una sfida necessaria, di sopravvivenza”.
OBAMA E LE ARMI. “In America le armi si comperano ovunque e Obama ha perso la sua battaglia, anche se l’80% del Paese è favorevole a una legge che ne limiti l’accesso. La lobby delle armi è talmente forte che si compera deputati e senatori, controlla voti ed elezioni”.
PAPA FRANCESCO. “Papa Francesco arriverà in Usa a settembre e la sua sarà una visita molto importante per tutto il mondo. La fine dell’embargo americano nei confronti di Cuba e l’apertura verso il Sud America sono targati Bergoglio. L’appuntamento di settembre sarà un momento fondante per un Paese che in dieci anni avrà lo spagnolo parlato da tante persone quante quelle che parlano l’inglese. Non guardiamo ai cambiamenti con la paura, non portano necessariamente male, portano a ciò che vogliamo, possono portare benessere, forza e miglioramento come avvenuto in tanti casi”.
ILARY CLINTON. “Ha davanti a sé una strada tutta in salita. La campagna elettorale americana è combattuta a suona di milioni. Chi li ha controlla i media e quindi i voti. Gli Usa sono pronti per un presidente donna, ma è difficile che sia lei”.
RIFORMA RAI. “Ho imparato la lezione” (silenzio stampa, ndr).
FUTURO. “Quando chiudo gli occhi penso all’Europa, all’Italia, alle mie radici, non puoi stare sempre in trincea. Spero in un futuro più facile per le donne, con più tolleranza e comprensione”.
“Il mistero dei monti” prosegue fino al 24 agosto. I prossimi due appuntamenti: venerdì 7 agosto (17.30, Salone Hofer, Madonna di Campiglio) si affronteranno la figura del cardinale Carlo Maria Martini e la sua visione della montagna con Laura Boella, Padre Salvini e Marco Vergottini che presenterà in anteprima il suo progetto editoriale dal titolo “Martini e noi” (Piemme edizioni) e sabato 8 agosto (17.30, Salone Hofer, Madonna di Campiglio) con Stefano Rodotà che interverrà sul tema “Dalle terre alte alle arse pianure”.