Cecilia Maffei: un argento olimpico da batticuore!
Cecilia Maffei: un argento olimpico da batticuore!
Pyeongchang-Corea del Sud, 20 febbraio 2018. Nella Gangneung Ice Arena dei XXIII Giochi olimpici invernali è il momento della staffetta femminile di short track 3.000 metri. Si gareggia la finale e l’Italia schiera le favolose quattro del pattinaggio velocità su pista corta: la plurimedagliata e portabandiera Azzurra Arianna Fontana (a conclusione della gara avrà al collo il numero record di 7 medaglie olimpiche conquistate nella sua carriera), Lucia Peretti, Martina Valcepina e Cecilia Maffei. In questo sport può succedere di tutto e la battaglia per il podio olimpico lo dimostra, è da batticuore. Tra errori e cadute che coinvolgono le squadre finaliste, le Azzurre finiscono terze, ma Cina e Canada vengono squalificate e il quartetto vola verso l’argento dietro una Corea d’oro e un’Olanda di bronzo, ripescata dalla finale B vinta mettendo a segno il nuovo record del mondo (4’03”471). Aggiungiamoci strategia di gara perfetta, nessun errore commesso, squadra unita sul ghiaccio e preparazione preolimpica sotto la guida di Kenan Gouadec impeccabile. Il medagliere azzurro arriva a 7 ed è gran festa per l’Italia, grandissima per il Trentino e la Val Rendena. Cecilia Maffei porta a casa la prima medaglia trentina delle Olimpiadi coreane e la prima nella storia della Val Rendena. Sul podio che brilla d’argento, i suoi occhi brillano più degli altri. Alle Olimpiadi di Torino 2006 era titolare, ma per problemi con l’allenatore di allora rimase fuori dal gruppo delle staffettiste senza poter festeggiare il bronzo vinto dalle compagne. A Vancouver 2010 era nella staffetta arrivata sesta e a Sochi ha fatto la riserva tornando a casa con l’amaro in bocca, dicendo addio al suo sport e passando alla pista lunga. Poi, il tentativo quasi estremo del ritorno allo short track, guadagnato con fatica, sudore e una forza di volontà non comune all’inizio della stagione 2016-’17. Da quel momento Cecilia si concentra sulla staffetta, vince gare di Coppa del Mondo ed è medaglia d’oro ai Campionati Europei di Torino 2017. Oggi è il 20 febbraio 2018 e a Pyeongchang, per l’atleta di Pinzolo, è il giorno della rivincita, il tempo della ricompensa. Le delusioni e le vittorie, le cadute e le ripartenze si sublimano in una conclusione liberatoria, là, sul tetto del mondo, grande tra i più grandi dello sport. L’estate scorsa ci aveva detto che “non era nel suo stile lasciare le cose a metà o finirle male”. Quale finale più bello di quello di oggi poteva esserci? Al collo indossa l’argento olimpico conquistato per straordinari meriti sportivi, ma è d’oro la medaglia della tenacia con la quale ha creduto in ciò che avrebbe potuto fare e dove sarebbe potuta arrivare.
Alby e Vlad: grandi campioni crescono
Pyeongchang-Corea del Sud, 21 febbraio 2018. L’avventura olimpica degli atleti di Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena è continuata nella notte. Dall’1.30 ora italiana Alberto Maffei di Madonna di Campiglio e Vladislav Khadarin, siberiano d’origine e campigliano d’adozione che gareggia con gli Atleti russi olimpici, hanno cercato la qualificazione nello snowboard-specialità big air. Ventitré anni “Alby”, venti “Vlad”, i due giovanissimi acrobati della tavola si sono presentati alla rampa di partenza carichi di energia. Unico Azzurro “funambolo”, tra sci e snowboard, del team Italia, Maffei ha lottato per l’accesso alla finale, ma al suo esordio olimpico, al pari del big air (per la prima volta disciplina ufficiale ai Giochi), non è riuscito ad entrare tra i dodici finalisti che sabato prossimo si contenderanno il podio olimpico. Il miglior punteggio in assoluto è stato ottenuto dal neozelandese Carlos Garcia Knight (97.50) mentre Alberto, nella prima prova, si è fermato al dodicesimo posto con il punteggio di 77.50 risultando ventiquattresimo assoluto nella graduatoria generale. Vlad Khadarin ha invece guadagnato qualche posizione arrivando al ventesimo posto della classifica finale con 83.75 punti. Alberto Maffei ha presentato un Backside 1440 Triple Cork, lo stesso salto proposto nella prova di Coppa del Mondo a Milano nel mese di novembre. Nella tappa milanese, con un salto “da urlo” che gli è valso il settimo posto e l’ingresso nell’Olimpo dei 40 migliori atleti di big air al mondo, il campigliano si è conquistato l’accesso ai Giochi olimpici confermato nelle gare successive di Coppa del Mondo. Arrivato a Pyeongchang con i postumi di un infortunio alla clavicola, sta facendo scuola e passo dopo passo, con salti ed evoluzioni da brivido, puntando verso obiettivi conquistati – come la straordinaria partecipazioni alle Olimpiadi – e da conquistare. Il futuro è tutto da scrivere. E questo vale anche per Vlad Khadarin.