Circonvallazione: risposta di Franco De Battaglia
Campiglio e la rincorsa ai troppi soldi – Quotidiano "Trentino" – di F. De Battaglia – 31.03.2007
La storia della variante di Pinzolo, (circonvallazione che in questo caso non è esterna al paese, ma lo decapita) è talmente contraddittoria da far supporre davvero che vi sia qualcuno in malafede, da una parte e dall’altra (Provincia e Comune) o che vi sia all’interno della maggioranza comunale di Pinzolo , che attualmente è di cosiddetto centrosinistra, qualcuno che rema contro il proprio paese, che è disposto a sacrificarlo purchè continui, o anzi venga accelerata, la macchina speculativa di Campiglio.
Per fare questo si lascia al suo destino, e peggio, Pinzolo, che ha molte più opportunità, nel presente e nel futuro, di Campiglio. Pinzolo è un paese gradevole, ha un’ampio polmone di retroterra, è al centro di un sistema di passeggiate, lungosarca, passerella, piste ciclabili, sci da fondo, la pineta, appunto (sempre affollatissima, perché non è un parco giochi, un giardino pubblico, ma il cuore di un ambiente circostante maestoso, che da lì si intravede e si respira) e si trova al centro delle aree impiantisticamente più sviluppate delle Alpi e di quelle naturalisticamente più intatte.
Ora è bene che si restituisca a Campiglio la piscina e il Rainalter, ma è male che per questo Pinzolo che ha delle stagioni più lunghe e potenzialità maggiori, continui a non avere una piscina (nessuno andrà a Campiglio per farsi una vasca) e tenga chiuso il suo bellissimo cinema, in attesa di un centro multimediale che da un paio d’anni sembra una cattedrale nel deserto.
In questa cornice ambigua emerge il problema della “variante” che vede da un lato un “diktat” della provincia davvero incomprensibile (niente galleria, trincea da ricoprirsi solo a tratti , per la maggior parte aperta lungo il Sarca: nessuno si è ancora espresso sull’interramento totale e rilevato, un “tacòn, non una soluzione) dall’altra si manifesta l’acquiescenza titubante, forse per i legami con i lavori pubblici provinciali, dell’attuale maggioranza, che si trincera dietro alibi strani ( la VIA, ormai del tutto priva di credibilità, la geologia, quando si fanno i tunnel anche sotto il marein tutto il mondo e la Norvegia ne fa decine di chilometri da una valle all’altra) per sostenere la trincea, micidiale colpo alla gola di Pinzolo.
Il fatto è che la provincia, dopo aver fatto il tunnel a Campiglio, ritiene di aver “già dato” in Rendena e propone tunnel ovunque ma non in uno degli angoli più pregiati del Trentino, dove le piste ciclabili, affollatissime, si propongono come richiamo lungo tutto l’anno e nei futuri probabili inverni con meno neve.
Il paradosso è che anche chi ripugna la Pirubi vuole la trincea e non la galleria a Pinzolo: ma depauperare il paese ed ammucchiare tutti a fare la coda al parcheggio multipiano del Colarìn di Campiglio, non sembra un marketing così lungimirante.
Come fare a capire? A volte, sulla rincorsa dei troppi soldi, si affaccia anche un pizzico di follia.
Ci ostiniamo a credere che alla fine il buon senso, e l’amore per il paese, prevarranno, che la “rendenità” non servirà solo a staccarsi dalle Giudicarie, ma anche a rivendicare scelte non distruttive da Trento.
Che si impedirà, al bel paese di Pinzolo, di finire come aiuola spartitraffico fra la Sorgiva dei Lunelli e i marmi dei Perdetti, che incanalerebbero facilmente sulla circonvallazione i camion, e una Campiglio che, per molti, non risulta cosi’ attrattiva.