Coronavirus: 6 morti e 95 nuovi contagi. In calo la percentuale di contagiati rivelata dai tamponi
Coronavirus: 6 morti e 95 nuovi contagi. In calo la percentuale di contagiati rivelata dai tamponi.
Oggi si sono registrati 6 decessi in Trentino. 95 i nuovi contagi, di cui 89 con il tampone, un dato ancora alto ma stabile. I tamponi effettuati sono stati circa 750. Le positività riscontrate dall’inizio dell’emergenza sono in tutto 2984. 81 attualmente le persone in terapia intensiva.
In questi giorni il numero dei contagiati rispetto al numero dei tamponi eseguiti si sta riducendo: attualmente la percentuale è di circa un 15,8%, rispetto al 40% e oltre di qualche tempo fa.
“Ciò non vuol dire che le cose debbano cambiare – ha detto il presidente Maurizio Fugatti nel corso della tradizionale conferenza stampa di aggiornamento – . Ringrazio a questo proposito tutti i trentini che stanno rispettando le regole; se usciremo da questo momento difficile sarà per merito loro. Oggi è una bella giornata, lo sarà anche domani, che è domenica, ma vi chiedo di avere la pazienza di rimanere ancora a casa. I nostri nonni dovevano andare al fronte, nelle giornate di primavera. Noi dobbiamo solo restare a casa. Ieri sera abbiamo fatto una conferenza assieme agli altri presidenti delle Regioni ed al presidente del Consiglio, nel corso della quale abbiamo riportato la nostra volontà di sperimentare il test sierologico per certificare l’eventuale immunità in una parte della popolazione. La comunità scientifica non ha ancora espresso una opinione definitiva su questa patente di immunità. Ma noi abbiamo deciso di procedere lo stesso e siamo quindi fra quei territori che faranno da apripista”. Attualmente, ha spiegato Antonio Ferro, direttore del Dipartimento prevenzione dell’Apss, il test sierologico viene effettuato assieme al tampone, per verificarne l’affidabilità, e seguendo le linee indicate dall’Istituto superiore di sanità.
Per il momento, questo percorso sperimentale è stato avviato sui 5 Comuni del Trentino dove si è registrata la maggiore percentuale dei contagi: Vermiglio, Canazei, Campitello di Fassa, Borgo Chiese e Pieve di Bono-Prezzo. Sempre in questi comuni sono aumentati i controlli riguardanti la mobilità.
Ma si guarda anche al futuro, alla salute delle imprese e al lavoro. “La Provincia – ha detto ancora Fugatti – sta iniziando a lavorare sul ‘dopo’ e a disegnare gli scenari economici e sociali che si presenteranno perlomeno quando la fase acuta della pandemia si sarà esaurita. Due gruppi di lavoro istituiti dalla Provincia, composti da esperti e docenti universitari, assieme ai dirigenti e ai tecnici provinciali, stanno già ragionando da una quindicina di giorni sulle misure da assumere a breve, sia su quelle di medio-lungo periodo”.
Dal presidente infine una sottolineatura sulla tenuta della sanità trentina. “Le strutture sanitarie della provincia – ha ricordato – stanno tenendo testa alla pandemia solo con le loro forze. In altre realtà non è successo. Questo deve essere motivo di legittimo orgoglio”.
Simone Salotti, comandante provinciale dei Carabinieri, ha relazionati sullo stato dell’ordine pubblico e del rispetto delle regole vigenti in questa fase. “C’è una minoranza di persone che ancora non vuole adattarsi alla situazione – ha detto – ma in generale la risposta dei cittadini è positiva. I carabinieri però sono soprattutto al servizio dei cittadini, assieme alla Protezione civile, che qui fa un lavoro egregio. I cittadini possono rivolgersi alle nostre caserme per avere ogni tipo di informazione o consiglio. Controlliamo anche le attività commerciali, sia per verificare che quelle che sono aperte abbiano titolo per esserlo, sia che le condizioni al loro interno sia quelle previste dalle ordinanze sulla sicurezza”. Le persone controllate dall’inizio dell’emergenza sono 2440. 75 le sanzioni comminate.
Il dottor Roberto Moggio, responsabile del Reparto di medicina interna dell’ospedale di Cavalese, ha quindi portato la sua testimonianza sulla situazione in zona. “Complessivamente il morale è alto – ha detto – nonostante lo stress accumulato. A Cavalese il primo paziente è stato registrato il 6 marzo. Nei giorni successivo abbiamo assistito a una crescita incredibile, a partire dal Pronto soccorso. Nella seconda fase, quella della riorganizzazione, abbiamo creato una zona Covid-dedicata al secondo piano, dove sono stati ricavati 32 posti letto. In 48 ore li abbiamo saturati. Abbiamo cercato anche, con i colleghi rianimatori, di supportare per mezzo di ventilatori i pazienti meno gravi. E’ stato uno sforzo corale. Per tutti noi è stato un grande atto di umiltà, e anche di rinuncia, per qualcuno, alle sue specializzazioni, per mettersi al servizio di questa emergenza. E’ cambiato anche il modo di relazionarsi con i pazienti, cercando di portare loro conforto nonostante le difficoltà oggettive, le nostre bardature e così via”.
“Sono stati raccolti finora con le donazioni spontanee oltre 6 milioni di euro” ha ricordato invece l’assessore Stefania Segnana, che ha ricordato anche come siano in arrivo da fuori provincia 4 infermiere volontarie che daranno una mano al personale delle nostre strutture sanitarie e Rsa. L’assessore ha inoltre riferito che la bambina di 5 anni del primiero che è risultata contagiata nel frattempo è tornata a casa e in questo momento risulta quindi ricoverata a domicilio.
Pierpaolo Benetollo, direttore sanitario dell’Apss, ha parlato di dispositivi di protezione individuali. La loro scarsità è nota. Ancora ieri, è stato organizzato un trasporto di materiale – oltre 100 scatoloni di dispositivi – da Assisi, giunto in aereo all’aeroporto di Mattarello. I dpi sono stati immediatamente distribuiti ai personale medico-sanitario. Un ringraziamento dall’Apss anche alle Forze armate e all’Associazione nazionale alpini che ha collaborato in varie fasi dell’operazione.