Cosa si può fare per combattere il Poligono del Giappone?
Il poligono del Giappone, una temibile pianta invasiva che si è diffusa anche da noi, si trova sempre più spesso anche all’interno dei centri abitati, vicino a edifici, o nei cortili di casa. La forza del suo apparato sotterraneo è tale da perforare asfalto e cemento, scalzare rivestimenti, insinuarsi tra tubature e impianti domestici.
Come gestire il poligono del Giappone?
Prevenzione: fondamentale non traslocare terra o materiali contaminati, ovvero provenienti da luoghi dove prospera la specie; soprattutto evitare di diffonderla volontariamente a scopo ornamentale.
Se la pianta è già presente, e decidiamo di intervenire – evitando i diserbanti, possibilmente -, il metodo finora più efficace è l’estirpazione (o il taglio) manuale: asportare le piantine in crescita da aprile a ottobre, anche due volte al mese, a mani nude o con grosse cesoie. Importante evitare l’uso di falciatrici meccaniche o decespugliatore, potremmo rischiare di diffonderla ancora di più.
Servono almeno 3 anni per notare apprezzabili diminuzioni, e almeno altrettanti per sperare di riuscire a contenerla. Importantissimo, in questo caso, un corretto smaltimento: una volta estirpata o tagliata, va evitato di compostarla in giardino o spargerla in giro. Resta l’incenerimento – meglio una volta seccata – o il conferimento in centri o discariche specializzate che assicurino la disattivazione dei vegetali tramite fermentazione e/o igienizzazione.
Fonte: Parco Fluviale del Sarca