Cunaccia, 65 anni di ingegno e innovazione
Una famiglia che ha fatto la storia dell’imprenditoria della Val Rendena
Il fondatore, Bruno, ha costruito la sua fortuna precorrendo i tempi
Un ragazzino all’indomani della Seconda Guerra Mondiale che da piazza Ruina, a Pinzolo, in Val Rendena, sale in montagna a condurre le capre. Inizia così la storia lavorativa di Bruno Cunaccia, figlio di un mondo contadino e rurale ormai scomparso del quale si porta dentro quell’onestà e generosità verso il prossimo che facevano di un uomo un galantuomo. Da capraio a innovativo imprenditore nel mondo edile, da allora Bruno ha fatto tanta strada e oggi può festeggiare i 65 anni di un’azienda nata da quel matrimonio felice che l’operosità e l’intuito imprenditoriale sanno costruire.
Il mondo dei Cunaccia negli anni Cinquanta è racchiuso nei boschi della Val Rendena: a 14 anni Bruno fa il boscaiolo col padre, erede di una famiglia di artigiani del legno arrivati a Pinzolo a fine Ottocento dalla Val Sesia. Un lavoro di fatica, per lo più fatto a mano e con pochi attrezzi, ma quello del legname era un settore fiorente per la vallata. E Bruno, con i fratelli, ancora minorenne allora che la maggiore età erano i ventun’anni, ci si buttò con un innato acume per gli affari e quel coraggio di fare scelte innovative che lo caratterizzerà anche nel resto della sua lunga avventura imprenditoriale. Nel 1957 nasce così l’azienda dei fratelli Cunaccia, inizialmente con un solo camion acquistato di seconda mano: trasportano legname alle numerose segherie della zona, ma presto si concentrano anche su scavi, movimento terra, sgombero neve. Gli anni Sessanta portano la famiglia fuori dai boschi e verso l’edilizia nel pieno di un boom economico che spingeva il settore facendone uno dei più interessanti dove lavorare e prosperare. A metà anni Settanta l’acquisto della cava Fiora di Strembo apre un nuovo settore per l’azienda Cunaccia: inizia l’attività di produzione e lavorazione di inerti e di calcestruzzo preconfezionato. L’Italia vive un periodo d’oro, sono gli anni del boom economico e quel ragazzino che raccoglieva i “vincèi” per le bestie nei boschi della Val Rendena è un uomo a capo di un’azienda che dello sviluppo edile vuole essere protagonista: la prima gru idraulica arrivata in valle l’hanno portata i Cunaccia quando ancora si occupavano di trasporto del legname, ed è da loro che per decenni si continua ad andare per i macchinari più potenti e le più recenti innovazioni del mercato. Fra i primi grandi lavori, nel ’62-’63 c’è la costruzione della strada che da Fisto conduce a Montagne all’interno di un progetto di gestione forestale più ampio e poi la realizzazione della galleria di bypass sotto la cava Maffei. C’è una visione protesa al futuro nella mentalità e nelle scelte di Bruno Cunaccia: l’azienda negli anni si è sempre impegnata a fare scelte che riducessero l’impatto dell’attività sul paesaggio e l’ambiente, anche acquisendo le certificazioni di qualità del settore.
Dopo 65 anni di attività molte cose sono diverse. La tecnologia ha portato un’efficienza e una velocità inimmaginabili agli inizi, sono cambiati i rapporti con dipendenti e clienti, alla Cunaccia le redini sono passate dal capostipite ai suoi figli e ai nipoti. Ma l’impresa ha tenuto saldo il timone nella direzione indicata da Bruno: innovazione, onestà e operosità rimangono i valori di un’azienda nella quale si ricordano bene i tempi nei quali ragazzini dai desideri profondi conducevano le capre al pascolo con la testa piena di sogni e il futuro tutto da costruire.