Dopo 11 anni chiediamo ancora le legalizzazione dello spray anti orso

di tutelarurale.org

Dopo 11 anni chiediamo ancora le legalizzazione dello spray anti orso

Spray anti orso a tutela della pubblica incolumità.  L’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali ha inoltrato ieri una istanza al ministro dell’Interno

L’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali, per mezzo del suo legale  avv. Mario Giuliano, ha inviato una istanza al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per la modifica del DM Interno 12 maggio 2011 n. 113, finalizzata alla liberalizzazione della vendita di strumenti di autodifesa atti a neutralizzare l’attacco di orso bruno mediante nebulizzazione di una miscela irritante a base di Oleoresin capsicum, in pratica l’estratto naturale di peperoncino. Da notare che lo stesso avvocato il 2 luglio 2013 inviò al suo predecessore, on. Angelino Alfano, un’istanza con il medesimo oggetto della presente. Sta ancora aspettando la risposta.

Per quale motivo, pur legittimamente, le 174 guardie forestali della Provincia autonoma di Trento, già dotate di pistola e fucile, hanno in dotazione pure lo spray anti orso, mentre le molte decine di migliaia di persone che comunque operano quotidianamente e da sempre in natura non hanno assolutamente nulla per difendersi dagli orsi e addirittura salvarsi la vita? Mitica la frase del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani: “Questi spray sono usati in diversi Paesi in aree con presenza di orsi per evitare l’impiego di armi da fuoco che pare eccessivo”. Non è vero, servono innanzitutto per salvare la vita delle persone, e semmai in secondo luogo degli orsi. Insomma, parrebbe che per il ministro l’unico scopo dello spray anti orso in Italia non sia di tutelare i civili da questi plantigradi se aggressivi, ma quello di salvaguardare gli stessi plantigradi dalle fucilate di operatori delle forze dell’ordine se costretti a difendersi. E le persone inermi invece? Si arrangino.

Da notare che in Italia sono di libera vendita archi da caccia e balestre buoni persino da guerra, fucili a fiocina, coltelli e machete affilati come katane e lunghi un braccio e altre amenità del tutto letali anche a distanza. Ma lo spray anti orso no, perché come dicono le autorità, Ciriani incluso, “sono da qualificarsi come armi ed è prudente che siano usati da personale specializzato e appositamente addestrato”. Al punto che sempre più persone vanno in giro nei boschi trentini con lo spray anti stupro che ha un getto di soli tre metri, è a bassa concentrazione e non è efficace contro un orso irritato pesante magari un paio di quintali e che, correndo a quasi 50 km/h, copre 15 metri in un solo secondo. Il problema è che un orso infuriato non vuole stuprare la vittima…

Com’è noto, i flaconi con le caratteristiche atte all’autodifesa dagli attacchi degli orsi bruni (capacità 300-400 ml, con gittata 8-12 m), sono in libera vendita in Nord America sin dal 1986 e hanno prevenuto efficacemente molte loro aggressioni. Tutti i Paesi europei con significativa presenza di orsi (Svezia, Polonia, Slovenia, Romania, Slovacchia, Croazia) hanno legalizzato lo spray anti orso con le adeguate caratteristiche. Molti, poi, specie tra coloro si recano nei boschi regolarmente e per lavoro, sono indotti a difendersi da sé, dotandosi illegalmente dello spray anti orso, acquistato su Internet o in Slovenia o, forse, sottobanco anche in Trentino. La mancata attenzione da parte del Governo italiano rispetto a questa esigenza di sicurezza pubblica ha probabilmente impedito la prevenzione di almeno alcune delle otto aggressioni gravi che, tra il 2014 e il 2023, si sono verificate in Trentino con un bilancio di un morto e di sette feriti (di cui due risultati parzialmente invalidi).

Il clima di allarme sociale seguito della morte di Andrea Papi, il 5 aprile 2023, è si è ulteriormente accresciuto nella primavera 2024 a causa di una sequenza impressionante di pedinamenti da parte dei plantigradi, incursioni in centri abitati, incidenti stradali. Il clima di paura si accompagna all’amara constatazione della persistente inerzia delle istituzioni, palesemente condizionate dagli orientamenti animalisti. Si vedano, a tale proposito, il ruolo fortemente “garantista” a favore dei plantigradi dei pareri dell’Ispra e le sconcertanti sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, anche con riguardo a un’animale responsabile dell’attacco e uccisione di un essere umano.

In assenza di sollecite iniziative di cattura/abbattimento degli orsi problematici – vanificate dalla non attuazione di protocolli ufficiali e scientifici che pure esistono ma che in Italia non vengono applicati a differenza degli altri Paesi – la paura cresce, si rinuncia a recarsi nei boschi, si vive  nell’ansia di trovarsi orse con i cuccioli davanti a casa, in giardino, nell’orto, nel frutteto, intorno ai rustici. In questo contesto, in cui onesti cittadini violano la legge per proteggere la propria incolumità e potere ancora frequentare i propri ambiti di vita, appare doveroso operare un adeguamento dell’attuale normativa che, evidentemente, confligge con legittime e diffuse nuove esigenze sociali, tali da controbilanciare le considerazioni che hanno sin qui indotto a mantenere il divieto di liberalizzazione della distribuzione dello spray anti orso.

Da notare che tale necessità vede d’accordo anche associazioni ambientaliste come Wwf Trentino, Io non ho paura del lupo, Enpa, Lipu e altre. Isabella Pratesi, direttore del programma di conservazione WWF, ha dichiarato: “È una soluzione molto intelligente, da notare che quando vai negli Stati Uniti ti martellano rispetto all’attenzione e ai comportamenti che devi tenere in un certo territorio abitato dall’orso. Te lo dicono i ranger, le leggi, te lo ripetono alla radio. Lo spray è uno strumento straordinario che da noi non viene autorizzato perché è considerato un’arma offensiva”. Affermano le Associazioni in una nota congiunta “Uno strumento come il bear-spray sarebbe   importante per la sicurezza, essendo stato ideato proprio per situazioni di questo tipo. Resta però prioritario mettere tutti i frequentatori della montagna nelle condizioni di poter utilizzare, dopo adeguata formazione, questi strumenti (…) Ad oggi sono in commercio innumerevoli strumenti che potrebbero essere usati a scopo criminale, inclusi diversi spray al peperoncino di libera vendita e già sufficienti a offendere o ferire. Non ci sono quindi motivi per pensare che il vero bear-spray possa rappresentare un problema per la sicurezza, tutt’altro: è oggi il miglior strumento utilizzato in tutto il mondo per coesistere con l’orso in sicurezza, e tutti noi trentini ne abbiamo bisogno”.

Raffaele De Col, capo del Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento, ha spiegato “La concentrazione di orsi è molto alta in una zona ristretta, un territorio di circa 600 o 700 chilometri quadrati, pari a un ottavo di tutto il Trentino, e oltretutto un’area a forte vocazione turistica (…) L’orso non ha paura di nulla. Se decide di avvicinarsi o allontanarsi dall’uomo, questo dipende solo dalla sua volontà. Si tratta di animali pericolosi ed estremamente forti: a loro basta un nonnulla per togliere la vita a una persona. E temiamo nuove aggressioni”.

L’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali ritiene che i residenti del Trentino e i relativi turisti dovrebbero poter disporre dello spray anti orso come negli altri stati. Non sono certo meno in grado di osservare le norme, e nemmeno più propensi a usi illeciti, dei cittadini degli stati che ne consentono la libera vendita. Non si intende invocare una libera vendita indiscriminata, ma ai soli maggiorenni previo controllo e registrazione dell’identità del richiedente. La detenzione e il porto, da parte dei residenti e dei proprietari di seconde case, potrebbero essere condizionati anche al rilascio di un permesso nominativo da parte dei comuni, mentre per i turisti la distribuzione (con obbligo di restituzione del flacone, con motivazione se usato anche solo parzialmente) potrebbe essere effettuata dalle strutture di ospitalità alberghiera ed extra-alberghiera.

Ecco la lettera al ministro Piantedosi con le argomentazioni a favore della modifica normativa richiesta: