Funivie: Campiglio punta su Folgarida
Funivie: Campiglio punta su Folgarida
All’asta il 69% delle azioni di “Valli di Sole, Pejo e Rabbi”. Potrebbe nascere un gestore unico per l’area tra le due valli
di Elena Baiguera Beltrami
MADONNA DI CAMPIGLIO. In merito al Fallimento Aeroterminal Venezia, che il 31 ottobre 2016 metterà all’asta il 68,99% delle azioni di Valli di Sole Pejo e Rabbi, la holding che controlla il 51% di Funivie Folgarida, società in attivo e ormai risanata, le certezze per ora sono soltanto due. La prima è che Funivie Madonna di Campiglio S.p.a. non ha fatto mistero di essere interessata all’acquisto e la seconda è che il presidente della Provincia Ugo Rossi ha già dichiarato “apertis verbis” che lo conforterebbe l’idea di un acquirente rappresentato da un gruppo imprenditoriale trentino, solido, con il know out adeguato.
Tradotto: Funivie Madonna di Campiglio S.p.a. per l’appunto. È quindi interessante capire quante probabilità reali esistono che Funivie Campiglio faccia il grande passo. Il prezzo infatti non è basso, 31 milioni e mezzo di euro, pur in presenza di 24,6 milioni di ricavi e di un utile netto di 2,3 milioni, ma anche di un indebitamento con le banche di circa 7,5 milioni di euro.
Lo considerate un affare, abbiamo chiesto al presidente di Funivie Campiglio Sergio Collini?
“Noi non lo vediamo come un affare che deve, o non deve fare la nostra società ma come un grande progetto di sviluppo industriale che abbraccia due vallate, per questo siamo aperti alla collaborazione da con altri partner finanziari, o realtà del territorio. Sul fatto che il prezzo sia o meno congruo, ci stiamo confrontando”.
Quali sono le valutazioni che una società solida come Funivie Campiglio fa in questi casi?
“Uno degli aspetti in esame, ma non l’unico, riguarda gli impianti. Sono 7-8 anni che la società non fa grandi investimenti e per portare l’offerta impiantistica e dell’innevamento programmato a livello di Campiglio, allo stato attuale, occorrono decine di milioni. Ma sarebbe stato strano il contrario, il curatore fallimentare non può fare programmi a lunga scadenza”.
Vi aspettate qualche tipo di aiuto da parte dalla Provincia, visto che rimarrebbe in loco un comparto strategico dell’offerta invernale?
“Nessun aiuto se non la creazione di un clima di consenso favorevole da parte del territorio, che per le percezioni che abbiamo dovrebbe già esserci. Questo tipo di operazioni si fanno e risultano vincenti se le realtà del territorio le accolgono con favore e collaborano per condividere, tutti insieme, gli stessi obiettivi.”
Per dar vita al grande progetto di sviluppo industriale da lei menzionato però manca Funivie Pinzolo, che dal punto di vista impiantistico è già direttamente collegata a Campiglio.
“La platea azionaria di Funivie Pinzolo è pubblica ed è noto che la società ha problemi di redditività di gestione, ma al momento Pinzolo non è un tema all’ordine del giorno”.
Lei crede che non lo sarà nemmeno in un prossimo futuro?
“In prospettiva potrebbe anche essere ma non oggi”.