Grandi carnivori in Trentino: un centinaio di orsi e 17 branchi di lupi
Giunto alla sua quattordicesima edizione, il Rapporto predisposto dal Settore grandi carnivori della Provincia autonoma di Trento è stato preparato con l’obiettivo principale di fornire alla cittadinanza un’informazione corretta, aggiornata e dettagliata sulla gestione dei grandi carnivori che gravitano in Trentino e nelle regioni limitrofe, e di registrare in maniera precisa ed analitica un insieme di dati per renderne possibile l’utilizzo anche da parte degli addetti ai lavori. Il Rapporto riferisce inoltre delle iniziative intraprese nei settori della gestione dei danni, delle emergenze, della comunicazione, della formazione del personale, nonché del raccordo sovraprovinciale ed internazionale.
Orso.
La popolazione è in aumento rispetto al 2019, stimata in circa 100 esemplari, compresi i cuccioli. Si tratta di numeri che, nel 2021 – anno in cui si svolgerà nuovamente il monitoraggio genetico intensivo – potranno essere confermati con maggiore precisione. L’incremento è dovuto essenzialmente alle 11-12 cucciolate registrate lo scorso anno (22-24 cuccioli in totale) e ai buoni tassi di sopravvivenza che si registrano. Due sono i giovani orsi trovati morti, uccisi da maschi adulti.
L’areale occupato dalle femmine non sembra aver avuto cambiamenti significativi (leggera crescita) e rimane entro i confini provinciali, mentre singoli giovani maschi in dispersione sono stati segnalati fino in Piemonte, nelle zone di confine tra Tirolo e Baviera e in Friuli Venezia Giulia.
Lupo.
Anche la presenza di questa specie è risultata in aumento, con almeno 17 branchi presenti sul territorio provinciale nel 2020 (erano 13 nel 2019), la maggioranza dei quali (12) con porzioni dei relativi areali che interessano anche, in misura più o meno significativa, territori limitrofi di Veneto, Alto Adige e Lombardia. Dodici branchi gravitano nel Trentino orientale, 5 in quello occidentale. Sono 7 gli esemplari investiti e uccisi (4 maschi e 3 femmine).
Lince.
L’unico esemplare certo (B132 arrivato in provincia dalla Svizzera nel 2008) gravita sui monti della Val Ampola sul confine con il bresciano..
Sciacallo dorato.
La specie è presente in provincia dal 2012, nel quadro della sua progressiva colonizzazione dell’intero arco alpino; nel 2020 è stato possibile accertare per la prima volta la riproduzione e la costituzione di un nucleo famigliare (3-5 esemplari adulti e cuccioli) nella zona di Fiavé, nel Lomaso.
Prevenzione dei danni.
A pastori e aziende zootecniche viene garantito il supporto e l’assistenza da parte del personale forestale. Sono 154 le nuove realtà che nel 2020 sono state dotate di misure di prevenzione di danni da grandi carnivori. In merito a ciò, è stata posta particolare attenzione sulla predisposizione di opere di prevenzione (recinti, cani da guardia, supporti per i pastori, controllo sistematico delle opere stesse), su uno studio sulla vulnerabilità degli alpeggi alle predazioni, sulla dissuasione, l’implementazione dei cassonetti anti-orso e la cartellonistica.
Nonostante queste attività, lo scorso anno sono stati accertati 380 danni da grandi carnivori: 279 da orso (più 22% sull’anno precedente) e 101 da lupo (più 119,6% sul 2020, ma rimanendo sui valori del 2019), nessuno da lince. Liquidati 227.324 euro di indennizzo: 152.352 euro da orso e 74.972 euro da lupo.
Esemplari problematici.
Per quanto riguarda la gestione delle emergenze, il Rapporto riassume gli eventi e le attività condotte , in particolare nella gestione degli orsi M49, M57 e JJ4, ma non solo.
Anche le attività del 2020 sono state caratterizzate dall’importante collaborazione con Enti quali il Museo delle Scienze di Trento, il Parco Naturale Adamello Brenta, il Parco Naturale Paneveggio Pale di S. Martino, il Parco Nazionale dello Stelvio, l’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale, la Fondazione Edmund Mach e l’Associazione cacciatori trentini. Ancora, sono diverse le Amministrazioni regionali, provinciali ed i Land, citati nel Rapporto, che hanno contribuito con i loro dati a fornire un quadro per quanto possibile completo sullo status dei grandi carnivori nelle Alpi centrali.