Il contributo omofobo della giunta provinciale Trentina
Ma è corretto e giusto che la rettrice dell’istituto Sacro Cuore di Trento, la madre superiora Suor Eugenia Libratore, indaghi sotto le lenzuola dei propri dipendenti e di conseguenza anche dei suoi amati studenti ?
Ovviamente si, è una scuola cattolica, la stessa deve preservare la propria identità, come è possibile indignarsi e stupirsi di tutto ciò, la scuola privata non è la scuola pubblica, il pluralismo, la laicità sono termini estranei ad una scuola cattolica.
Sarebbe irragionevole criticare la dirigente Suor Libratore, la colpa è dell’insegnante che, al momento dell’assunzione non ha dichiarato il proprio orientamento, tutti i docenti che insegnano in scuole cattoliche, per essere ammessi devono dichiarare di condividere i valori cattolici.
In una scuola cattolica devono prevalere i principi squisitamente religiosi e non i valori laici condivisi.
Gli stessi genitori vogliono, anzi, pretendono dall’istituto del sacro cuore questo atteggiamento.
Quello che sorprende è il finanziamento pubblico, (cioè con i soldi di tutti i cittadini Trentini), a tale scuola privata.
I soldi di tutti fanno fede alla costituzione e non ai principi della chiesa cattolica e dunque, dopo la vicenda della professoressa lesbica tutti si aspettavano, dall’attuale giunta, il blocco totale dei corposi finanziamenti (4000 mila euro per studente), ma è qui che l’ipocrisia si eleva al quadrato, il presidente della provincia Ugo Rossi dichiara : ” la provincia ha fatto un’attività ispettiva finalizzata a verificare se c’è stata la discriminazione verso l’insegnante lesbica e non sono emersi elementi per mettere in discussione la parità scolastica dell’istituto religioso”, e dunque il contributo pubblico Trentino sarà erogato per la sua totalità anche nei prossimi anni.
Molti Trentini hanno consumato gli occhi sulla dichiarazione del governatore Rossi ad altri i loro sguardo è apparso come quello di Caronte, ” di giada ” , tutti si sono chiesti se la giunta priovinciale, il giorno 25 ottobre a pagina 25 ad un quotidiano regionale l’adige avesse letto la testuale dichiarazione di suor Eugenia libratore, alla domanda del giornalista : ” lei non ha confermato il contratto alla docente lesbica, pentita? o lo rifarebbe?
Risposta : “è come aver dato una mano di lucido all’istituzione, oggi sono convinta più di prima che sia stata la scelta giusta”,
“ho voluto sentire la docente, chiedendo una smentita, che non è arrivata. Ho avuto la conferma di una tipologia di persona non adatta a questo ambiente. E’ una persona che ha una identità e che si dovrebbe collocare da sola in un posto a lei adatto, è come se una donna che volesse abortire si rivolgesse all’ospedale San Camillo”.
Nel frattempo un autorevole quotidiano nazionale telefona alla suora direttrice della scuola che clamorosamente (è chiaro che la suora non è abituata a misurare le parole, sotto i riflettori non è stata divinamente diplomatica), conferma le precedenti dichiarazioni.
Più chiaro di cosi, alla luce dei dati oggettivi si può tranquillamente affermare che l’indagine ispettiva della giunta provinciale è servita al mero scopo di finanziare la scuola cattolica con un contributo omofobo, a cosa serve stabilire, di principio, che le scuole cattoliche devono garantire la non discriminazione, se poi ipocritamente si lascia passare tali dichiarazioni, cara giunta provinciale, far finta che non sia cosi è delittuoso.