IL Filò va in scena con la ‘Mandragola’
IL Filò va in scena con la “Mandragola”
Gli studiosi hanno opinioni diverse su quando Nicolò Machiavelli abbia scritto la MANDRAGOLA, tuttavia concordano nel definirla il capolavoro del teatro del ‘500.
Di certo si sa che fu messa in scena per la prima volta nel 1518, in occasione delle nozze di Lorenzo de’ Medici (non il Magnifico, ma suo nipote) con Madeleine de La Tour d’Auvergne.
La commedia ebbe da subito una notevole diffusione e fu rappresentata spesso negli anni successivi: durante il Carnevale di Venezia, nel 1522, fu addirittura sospesa la recita per l’eccessivo affollamento del teatro.
Pur essendo molto divertente, la “Mandragola” è una spietata e feroce critica della Società fiorentina dell’epoca e molti dei difetti di quella Società, mutatis mutandis, si ritrovano ancora oggi nella Società contemporanea.
L’adattamento dialettale è fedele all’originale e, pur essendoci presi alcune licenze nell’adattarla, nulla è stato cambiato del “profilo psicologico” dei vari personaggi:
sono così come Machiavelli li ha pensati. Cinquecento anni fa.
Non c’è, nella “Mandragola” un “eroe positivo”, un personaggio esemplare: ciascuno persegue il proprio scopo e, pur di realizzarlo, ciascuno è disposto a calpestare qualsiasi principo morale. Alla fine tutti saranno soddisfatti delle loro “gesta” e dello stato di cose che si è determinato. Tutti: coloro che sono stati beffati e coloro che hanno compiuto la beffa, si ritroveranno a festeggiare insieme.
Si potrebbe pertanto definire la “Mandragola” come una “tragedia ridicola” o una “commedia triste”. Perché si ride e molto, ma a ben vedere sono risate amare.
Ma… lasciamo giudicare a voi, “benigni uditori” e speriamo che alla fine apprezzerete con un applauso le nostre fatiche di umili filodrammatici…
Daniela Binelli – Presidente Filo’ da la Val Rendena