Il paese dei balocchi
Ponendomi fuori dall’ agone di future candidature e dopo un lungo periodo di assenza, mi è doverosa una breve considerazione su due delle vicende amministrative che in questo periodo hanno suscitato perplessità ed accese discussioni:
La Casa ECA di via Cavento a Pinzolo, uno degli edifici più significativi del patrimonio comunale, viene oggi dismesso e non si sa a che scopo ed a pro di chi, senza tenere conto che nel tempo sempre più saremo chiamati a dare risposte alle necessità di famiglie meno abbienti, senza considerare che qualora domani si dovesse ricorrere per garantire certi servizi alla nostra comunità a professionalità esterne, (vedi insegnanti, medici turistici ecc.) il Comune dovrà concorrere con la disponibilità di alloggi a prezzo calmierato. In questo contesto e prima dello sfratto agli attuali inquilini, ce anche da chiedersi se si sia tenuto conto quantomeno dei più bisognosi che in quell’edificio vi abitano, visto che il restante in via Diaz risulta totalmente occupato.
Altresì non si vorrebbe, dopo aver già relegato ad una discutibile destinazione l’edificio ex scuole elementari di Pinzolo, che questo fosse l’inizio per la dismissione anche di altri importanti edifici, quali quelli a M. di Campiglio, favorendo così ancor più la speculazione ed impedendo poi al Comune di dare risposte alle necessità del domani, ignorando quel detto popolare che dice: “al vondar l’è parent dal plangiar”
. La variante al PRG, che doveva avere quale obbiettivo l’ottimizzazione del PRG adottato nel 2002, la possiamo definire promossa dal Sindaco in modo quantomeno irrituale, dato che sembra contraddistinguersi quale sommatoria di richieste senza un documento politico-programmatico che ne ispiri e guidi la sua realizzazione. Ora però si tratta di vedere quale sarà la reale accondiscendenza “politica” su cui il Bonomi potrà contare, se realmente sarà in grado di far rimuovere quei vincoli e quei principi di pianificazione urbanistica che in fase di approvazione del Piano Regolatore Generale 2002 erano stati ritenuti irrinunciabili dalla Provincia per una seria gestione del territorio. Basterà vedere il riuso dell’area ex superstrada, perentoriamente assoggettata dalla PAT a piani attuativi o di lottizzazioni, se resterà tale, se sarà totalmente liberata come è negli auspici di tanti nostri censiti o se sarà liberata solo la parte sotto via Manci dove sembra si stia confezionando una gigantesca speculazione edilizia.
Su questo argomento però verrebbe da chiedersi che fine abbiano fatto i caustici e rumorosi censori di ieri, probabilmente oggi tutti impegnati al rispetto di un “silenzio” che sa essere veramente assordante per la sua ovvietà.
Se a questo aggiungiamo che il Commissario ad Acta, nominato per l’adozione di detta variante, non ha ritenuto discutere e confrontarsi con la popolazione, ma solo marginalmente con parte dei suoi rappresentanti nel consiglio comunale, e il discutibile provvedimento assunto dall’amministrazione di escludere dalla Commissione Edilizia i rappresentanti della minoranza, credo ci sia veramente di che preoccuparci. Comunque, si confida in un comportamento coerente, responsabile e di reale tutela del territorio e degli interessi “legittimi” della popolazione che compete alla PAT . Parimenti vorrà dire che questo territorio e proprio stato abbandonato alla speculazione e prendere atto che abbiamo un paese in balia di chi sta trasformando il Comune in quello che sempre più sembra un “supermarket delle clientele”.
Ma forse anche questo, in una realtà senza idee, quantomeno su come amministrare, è un modo per favorire l’arricchimento, più che cercare di promuovere un equilibrato sviluppo socio-economico.
Mauro Mancia ex Sindaco di Pinzolo