Incontro a distanza MAMMA QUANDO POSSO ANDARE IN BICICLETTA?
Carissimi genitori, carissimi insegnanti,
siamo immersi in una situazione inedita, un tempo del tutto nuovo sia nei contenuti che nelle forme. Sappiamo grosso modo quando è cominciato, ma non quando finirà e, soprattutto, quali saranno le conseguenze nella vita di tutti noi.
Una cosa però a me appare certa, e cioè che dall’interno di questa quarantena forzata si elevi una domanda, silente e potente, la stessa inconsapevole domanda che i nostri bambini ci pongono ogni qualvolta siamo esposti ad una situazione nuova, difficile, non scelta. È come se ci chiedessero: come si fa a vivere questo tempo con serenità, con sguardo positivo, con fiducia verso il futuro?
I bambini e i ragazzi si fanno un’idea di quel che sta accadendo attraverso le trasmissioni televisive (che forse troppo a lungo indugiano sugli aspetti nefasti del covid-19), attraverso il web, i social, i contatti con i compagni.
Ma, soprattutto, cercano informazioni affidabili osservando il volto degli adulti vicini, come i genitori e gli insegnanti, e provano ad interpretarne parole, mimica, gesti, scelte, silenzi.
L’adulto è il vero principale “mediatore” tra la realtà e i bambini.
Uno dei più grandi pediatri e psicoanalisti infantili, Donald Winnicott, ci ricordava che il volto dell’adulto è uno specchio attraverso il quale il bimbo guarda il mondo. Il bimbo è come un meteorologo che scruta il volto dell’altro per sapere il tempo che fa e che farà.
Noi, non scordiamolo mai, siamo il libro sui quali i nostri bambini studiano e apprendono così le istruzioni per l’uso della vita.
Questi nostri figli ci affidano una grande responsabilità e ci ricordano che il futuro lo prepariamo già oggi, attraverso il nostro modo di guardarli, di stare al mondo, di tessere le relazioni, di coltivare la speranza (anche e soprattutto nei momenti di difficoltà).
Ecco perché avere a cuore la sorte dei nostri bambini significa anche avere cura di noi stessi, della nostra interiorità, del tempo personale, dello spazio che abitiamo, delle relazioni che intrecciamo.
Ed ecco perché, alla fine, non posso che augurare a me e a tutti noi di nutrire la nostra interiorità con attività capaci di dare senso alle giornate, di godere il più possibile degli affetti vicini, di utilizzare le tecnologie per rinforzare i rapporti lontani, di riempire le nostre ore di bellezza, di leggerezza, di profondità, di far sì che i più vulnerabili e sfortunati non vengano dimenticati.
Così facendo, saremo capaci di essere fedeli alla vita e avremo finalmente mostrato ai nostri bambini come rendere il presente gravido di un futuro luminoso.
Buona vita a tutti!
Roma, 31 marzo 2020
Ignazio Punzi