Iniziati i lavori al sentiero Patascoss-Nambino: tutti gli enti e i gruppi coinvolti presenti al via
Accessibilità. È questa la parola che guida la realizzazione di quello che sarà il nuovo sentiero Patascoss-Nambino, a Madonna di Campiglio. Sarà il primo sentiero completamente senza barriere e accessibile della Val Rendena e permetterà a tutti, anche a coloro che hanno difficoltà motorie e intellettive, di raggiungere uno dei luoghi più suggestivi del Parco Naturale Adamello Brenta e uno dei laghi alpini più iconici del Trentino: il lago di Nambino.
L’idea, sollecitata dalle associazioni Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) di Tione di Trento e Amici dei Sentieri di Campiglio qualche anno fa, è stata accolta favorevolmente dal Comune di Pinzolo in primis e dalla Provincia autonoma di Trento poi, che sostengono le spese del progetto, e dal Parco Naturale Adamello Brenta, “capocordata” della riqualificazione del nuovo itinerario (su territorio dell’Asuc di Fisto) e redattore del progetto.
In agenda pochi giorni fa, l’atteso inizio dei lavori è stato salutato da tutti gli enti e le associazioni coinvolte, compresa l’Associazione Anffas di Tione, come l’avvio di un’iniziativa molto attesa e desiderata.
Sul posto, a condividere il bel momento, cifra di quanto l’opera sia voluta e del suo significato inclusivo, c’erano Claudia Morelli, genitore responsabile di Anffas Tione con alcune persone disabili frequentati l’Associazione e alcuni educatori, il vicesindaco di Pinzolo Albert Ballardini e l’assessore all’ambiente Luca Vidi, Aldo Collini, Claudio Detassis e Franco Vidi per gli “Amici dei sentieri di Campiglio” e il presidente dell’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Tullio Serafini.
I lavori sono eseguiti dal Servizio Sova (Servizio per il Sostegno Occupazionale e la Valorizzazione Ambientale) della Pat e, una volta conclusi, consegneranno 1,8 km di tracciato per 45 minuti di percorrenza. Il percorso manterrà il più possibile la sua naturalità e rispetterà gli standard di sicurezza stabiliti dalla certificazione open.
Un bel segno verso la concretizzazione di una montagna accessibile a tutti – disabili, ma anche famiglie con passeggini, anziani e persone con difficoltà deambulatorie in generale – una montagna che supera le barriere fisiche e di pensiero per aprire universalmente le porte alla sua bellezza.