Jack Caola ci ha lasciati alla chetichella
Jack Caola ci ha lasciati alla chetichella, secondo uno stile di vita che abbiamo avuto modo di conoscere e stimare per la pienezza dei suoi interessi e per la sua cura e attenzione verso l’estetica, tanto nell’arte della pittura, della scultura e della musica, quanto nel riguardo per i rapporti sociali, in cui si è distinto per la passione e l’impegno duraturo.
Pochi anni fa sono andato a trovarlo e ho visto la sua serie di musicassette con registrate le canzoni cantate quasi tutte da lui, accompagnato dalla sua chitarra. Me le ha prestate volentieri, così le ho digitalizzate e ogni tanto le ascolto con piacere, perché la voce calda di Jack è anche parte dei miei ricordi infantili, dato che spesso passava da casa mia con Vittorio (Toia) Cunaccia, qualche volta anche con Vittorio Bonapace (Din Din) e insieme con mio papà, Mario di Zipriàn, facevano qualche cantata per allietare noi bambini e la nostra mamma. Poi uscivano per le prove del coro o per proseguire con i canti al bar. Una delle sue canzoni preferite era senza dubbio La Montanara, vista anche l’intitolazione del suo bar a Madonna di Campiglio. La breve biografia che segue è stata letta nella serata dedicata a lui e a Elio Caola nell’ottobre del 2019.
Clicca qui per ascoltare La Montanara cantata da Jack
Vita di Jack Caola
Jack Caola Stampun
Nato a Londra 97 anni fa, il 27 settembre 1922. Figlio di Benedetto e di Maria Maffei, ha tre fratelli: Tino, Bruno e Vigilio.
Il papà era emigrato come arrotino.
Ha frequentato a Londra le scuole, dalla materna alle superiori fino alla maturità al liceo classico.
La guerra mondiale lo ha obbligato a interrompere gli studi.
In seguito ha lavorato insieme a suo papà occupandosi soprattutto dei rapporti con i clienti.
Tornava frequentemente a Pinzolo, in vacanza.
Durante uno di questi soggiorni incontra la sua futura moglie Agnese Caola e dopo un fidanzamento fatto soprattutto di corrispondenza postale, convola a nozze e comincia a Londra una nuova vita.
Dopo qualche tempo però, nel 1956, torna definitivamente a Pinzolo e decide di avviare la nuova attività di esercente a Madonna di Campiglio. Appassionato dei canti di montagna, intitola il nuovo bar “La Montanara”. Lo gestirà fino al 1972.
In questa fase della vita ha modo di approfondire e sviluppare le passioni che già da tempo coltivava: la pittura, la scultura e in particolare la musica e il canto popolare.
Intensa anche la sua dedizione alla vita sociale; è stato:
- consigliere comunale,
- consigliere nella Famiglia Cooperativa,
- presidente del coro Presanella, di cui è stato corista e uno dei fondatori,
- animatore alla Casa di Riposo,
- collaboratore con la scuola per la partecipazione al carnevale dei bambini,
- componente del coro parrocchiale,
- membro del gruppo dei poeti dialettali della Val Rendena,
- convinto partecipante al movimento di opposizione allo sfruttamento dell’uranio.
Merita davvero il nostro applauso.