La cerimonia dei Caduti ai XII Apostoli
Come avviene ogni anno dal 1953, ieri si è svolta nella chiesetta scavata nel cuore della Cima XII Apostoli la cerimonia dedicata ai caduti della montagna. Un gruppo di coristi del Coro della Sosat e qualche decina di eroici alpinisti che hanno sfidato le pessime condizioni meteorologiche e hanno raggiunto a piedi il Rifugio dedicato ai Fratelli Garbari, gestito dalla guida alpina di Pinzolo, Aldo Turri. La messa è stata celebrata da don Giorgio Dall”™Oglio, il sacerdote mantovano, che sale e la celebra da 41 anni.
In 66 anni le pareti di dolomia si sono riempite di lapidi, che ricordano le vittime della Montagna. Quattro le nuove lapidi benedette quest’anno; ricordano: Paolo Leoni, il forte alpinista roveretano, Accademico del Cai, che nel 2016 è precipitato da una parete poco sopra Castellano; Renzo Gottardi, 65 anni di Meano caduto sui monti sopra Aldeno nel 2017; Matteo Pes, aretino, caduto nel 2018 sul Cervino; Fabio Malfer, vittima di un incidente sul sentiero nel Parco dello Stelvio nel 2017.
Ricordiamo che l’idea della chiesetta nacque a seguito di un tristissimo evento che avvenne alla fine di luglio del 1950: la morte, in un crepaccio della vedretta dei Camosci, di tre giovani escursionisti, Vittorio Conci, Giuseppe Fiorilla e Maria Rita Franceschini (alla disgrazia sopravvisse una quarta persona, Mauretta Lumini). L’anno successivo un apposito comitato, guidato da Don Bruno Nicolini e animato da Adolfo Salvaterra, e centinaia di sostenitori portarono avanti il progetto dell’opera, da dedicare nelle intenzioni ai tre giovani periti ed anche a tutti i caduti di tutte le montagne del mondo. Inizialmente la chiesa avrebbe dovuto sorgere a forma di tenda alle spalle del rifugio. Furono però la fantasia del geometra Leone Collini a disegnare un’opera originalissima: un traforo nella montagna, 500 metri cubi da “rubare” al cuore della cima per dar vita alla cappella ed alla grande croce.