La giunta provinciale ha rivisto i criteri dell’assegno unico così da estendere i sostegni ai nuclei familiari di coloro che non hanno lavorato durante la stagione invernale causa Covid
La modifica dell’attualizzazione dell’assegno unico è stata possibile mediante l’approvazione di due delibere. In sintesi, la prima delibera è intervenuta sul regolamento di attuazione dell’assegno unico, elevando da 0,16 a 0,18 i limiti d’accesso, riferiti all’indicatore Icef. Grazie alla seconda delibera, la giunta ha modificato i criteri di attuazione dell’assegno unico, con cui si sono individuati le tipologie di lavoratori e si sono stabiliti i criteri di calcolo del beneficio.
La dotazione dell’assegno unico provinciale è regolata dalla legge del 2020 (numero 3) che ha aumentato la dotazione delle risorse a 13 milioni di euro di cui 5 milione destinati a “coprire la maggior spesa derivante dall’estensione delle casistiche di lavoratori che beneficeranno dall’attualizzazione dei redditi”. Rispetto al precedente regolamento dell’assegno unico è stata elevata da 0,16 a 0,18 la soglia per accedere alla quota A di sostegno al reddito, mediante l’attualizzazione dei redditi richiesta dai nuclei familiari con lavorati che hanno subito una perdita o una riduzione significativa della loro attività lavorativa a causa dell’emergenza da Covid.
Criteri di ammissione.
I nuovi criteri di accesso all’Assegno unico riguardano in particolare il modo di valutare il reddito familiare e il patrimonio familiare per tener conto del peggioramento della condizione economica attuale, causato dalle difficoltà di lavorare in questo periodo. Possono così accedere i nuclei familiari in cui uno o più componenti:
– siano stati lavoratori a tempo determinato, stagionali o somministrati, che nel periodo 1° dicembre 2019 – 29 febbraio 2020 abbiano maturato almeno due mesi (8 settimane) di copertura previdenziale, mediante versamenti previdenziali obbligatori per effetto di attività lavorativa subordinata;
– nel periodo 1° dicembre 2020 – 14 febbraio 2021 non abbiano lavorato;
Al momento della presentazione della domanda non sono occupati, non percepiscono pensione, e non percepiscono Naspi o il cui nucleo familiare non sia beneficiario della quota A dell’assegno unico calcolata in base alla precedente attualizzazione.
Ai fini del calcolo della condizione economica sono conteggiati gli indennizzi previsti dai decreti ristori già erogati (2 mila euro) e quelli che si presume saranno erogati da qui a giugno (altri 2 mila euro).
Tra le condizioni di ammissibilità all’assegno unico rientra anche il patrimonio immobiliare diverso dall’abitazione di residenza che, fino ad una franchigia di 50 mila euro, non viene valutato a meno che non produca reddito per la famiglia. In questo caso si considerano i canoni di locazione percepiti negli ultimi due mesi.
I depositi e risparmi familiari sono valutati in base alla media degli ultimi tre mesi, mentre i titoli sono valutati in base alla consistenza risultante alla fine del mese precedente o all’ultimo rendiconto disponibile. Anche in questo caso è prevista una franchigia di 5 mila euro.
L’’importo dell’assegno unico provinciale che potrà essere corrisposto ai nuclei familiari interessati all’attualizzazione, è variabile da 950,00 a 150,00 euro mensili, a seconda dell’indicatore Icef e della composizione del nucleo familiare.