“La Rugia”: un pezzo importante della storia di Baldino

Floriano Maturi ci ha inviato questa interessantissima fotografia scattata intorno al 1910-20. A sinistra si vede la “Rugia” e a destra i suoi antenati: i bambini sono suo nonno Fausto e i fratelli Fabiano (padre di Armida, Vittorina, ecc.) e Agnese (mamma di Cece Cereghini e nonna di Simone), con i loro genitori (Filippo Maturi, bisnonno di Floriano, e moglie).
Floriano è titolare di un’antichissima fucina da fabbro di famiglia che si trova proprio lungo il percorso della Rugia.
Nel 1991 Sergio Trenti realizzò a Baldino un pregevole dipinto sulla facciata dell’edificio Eca ispirandosi a questo rio artificiale (“La Rugia”) e alle attività produttive legate ad esso.
Sarebbe importante valorizzare ulteriormente questo aspetto della storia di Pinzolo con una ricerca storica (una tesi di Laurea?) e qualche pannello illustrativo lungo il suo antico percorso…
Qualche cenno storico
La Rugia (rio molinario nel catasto fondiario) iniziava poco a valle dell’odierno Ponte di San Nicolò (realizzato nel 1936) dove si trovava uno sbarramento (“travaza”) che faceva deviare parte delle acque del Sarca di Campiglio portandole – attraverso un varco aperto nell’argine – nel canale che scendeva attraversando il paese di Baldino fino all’attuale Pineta per immettersi di nuovo nel Sarca.
La Rugia forniva energia a: 2 segherie, 4 mulini, 3 fucine da fabbro, 1 frantoio (per le noci e 4 lavandini pubblici. Altre tre segherie si trovavano oltre l’attuale ponte di San Nicolò. Nel secondo Dopoguerra la SISM (Società Idroelettrica Sarca Molveno) tolse a tutte le aziende interessate lo sfruttamento delle acque, indennizzando con pochi soldi e con la fornitura gratuita di energia elettrica per una durata limitata.