La Sarca: il letto è di color nero
fig. 1: Sarca – a monte CRM Carisolo con parziale copertura dell’alga Hydrurus foetidus (foto APPA 07/02/2024)
Da qualche anno nel periodo invernale la Sarca presenta lungo la Val Rendena un brutto color nero. La richiesta di spiegazioni scientifiche all’APPA (Agenzia provinciale protezione ambiente) ha ottenuto una esauriente spiegazione, di cui riporto testualmente i contenuti tecnici che svelano i motivi scientifici dell’annerimento.
“Nel periodo più freddo dell’anno spesso gli alvei dei torrenti montani si rivestono di un’abbondante copertura di Hydrurus foetidus.
Quest’alga appartiene alla famiglia delle Crisoficee (alghe dorate) ed è una specie stenoterma di acque fredde, cioè vive in torrenti con temperatura bassa dell’acqua e si rinviene in generale nei tratti alti dei torrenti in tutte le stagioni; in inverno, con il diminuire della temperatura dell’acqua, scende verso il fondovalle e colonizza i tratti dei torrenti posti a quote inferiori. Solitamente tende a colonizzare l’intero alveo del torrente, che risulta di color marrone scuro a causa del pigmento fotosintetico contenuto nelle sue cellule (xantofilla).
fig. 2: Aspetto dei ciottoli in alveo rivestiti da Hydrurus
(fonte:https://microscopesandmonsters.wordpress.com/wp-content/uploads/2013/07/hydrurus_in_atna.jpg)
La specie prende il nome dal fatto che è maleodorante, soprattutto nelle fasi terminali del ciclo vitale: ha infatti un odore caratteristico di fango o di mare.
L’andamento della copertura dell’alga durante la stagione invernale dipende in parte dal regime idrologico del corso d’acqua, che se è stabile per un periodo di qualche settimana permette la colonizzazione più massiva; in caso di eventi piovosi o variazioni di portata dovute all’azione dell’uomo, la copertura algale può essere rimossa dai ciottoli per l’azione abrasiva della corrente.
fig.3: particolare della struttura piumosa dell’alga
(fonte https://www.algaebase.org/search/images/detail/?img_id=22874)
Un fattore ulteriore che può favorire lo sviluppo dell’alga è l’aumento della concentrazione dei nutrienti nell’acqua, dovuto alla minore portata legata alla stagionalità delle piogge, al maggiore carico di nutrienti legato alla stagione turistica e alla concimazione dei pascoli in prossimità delle rive dei corsi d’acqua.
Solitamente queste alghe, una volta terminato il loro ciclo vitale, tendono a decomporsi e a produrre schiume. Le schiume sono una formazione instabile di bolle d’aria, favorita da sostanze tensioattive che, abbassando la tensione superficiale di un liquido, facilitano l’introduzione dell’aria in esso. Nei corsi d’acqua esse si formano soprattutto dove, per la turbolenza, viene inglobata dell’aria, quindi vicino a briglie, zone con flusso caotico, a valle di cascate.
Le schiume trasportate dalla corrente tendono a decomporsi, ma si possono accumulare nelle zone di calma. Questo fenomeno è del tutto naturale, anche se risulta molto vistoso: le alghe in questione sono ricche in polisaccaridi e sostanze oleose di riserva, che hanno attività schiumogena. Le schiume generate da tensioattivi naturali hanno colore biancastro con sfumature verde – marrone e caratteristico odore di terriccio o di pesce, sono spesso correlate agli eventi meteorici (piogge intense, scioglimento delle nevi, vento) e una volta formate persistono a lungo nell’ambiente.
In merito alle schiume e alla loro potenziale origine naturale, segnaliamo questo approfondimento presente sul sito di APPA al link:
https://www.appa.provincia.tn.it/Documenti-e-dati/Pubblicazioni/Episodi-anomali-nelle-acquesuperficiali
dove trova un video informativo e una pubblicazione con esempi di schiume e colorazioni anomale, causate da fenomeni naturali, e ne viene spiegata l’origine.”
Il fenomeno si presenta in modo particolare nella Sarca di Campiglio e molto meno nei rami delle valli di Nambrone e di Genova; l’anno scorso anche la Sarca della Valgenova ha presentato analogo annerimento improvvisamente da gennaio, a partire da circa 300 metri a nord della confluenza con la Sarca di Campiglio, in zona Vioftra-Paghèra. La parte di spiegazione scientifica che fa riferimento ai “nutrienti” dovrebbe preoccupare gli amministratori poiché anche nello scorso dicembre, prima del massiccio afflusso turistico natalizio, l’annerimento della Sarca era presente lungo tutto il suo corso, a partire già da Madonna di Campiglio.